L’ offerta della vita come piena imitazione di Cristo

Promulgato il Motu proprio papale “Maiorem hac dilectionem”  

Papa_FrancescoLa prima metà del mese di luglio ha visto nell’arco di pochi giorni parecchie novità nel settore delle Cause dei Santi. Il 7 luglio il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare alcuni decreti, tra i quali quelli volti a riconoscere il martirio in odio alla fede di due Servi di Dio colombiani. Ma fin qui si tratta di un evento di routine a cadenza solitamente mensile.
Ai più inattesa, invece, la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Maiorem hac dilectionem” sulla offerta della vita, che il Papa ha promulgato l’11 luglio. Qualcosa in realtà era già trapelato, in quanto con la sessione plenaria del 27 settembre 2016 la Congregazione delle Cause dei Santi aveva espresso al Pontefice il conforto del suo parere favorevole su questa materia. La riflessione papale si è incentrata sul passo: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15, 13). Francesco ha dunque preso atto che “sono degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito.
È certo che l’eroica offerta della vita, suggerita e sostenuta dalla carità, esprime una vera, piena ed esemplare imitazione di Cristo e, pertanto, è meritevole di quella ammirazione che la comunità dei fedeli è solita riservare a coloro che volontariamente hanno accettato il martirio di sangue o hanno esercitato in grado eroico le virtù cristiane”. Ha dunque decretato che “l’offerta della vita è una nuova fattispecie dell’iter di beatificazione e canonizzazione, distinta dalle fattispecie sul martirio e sull’eroicità delle virtù”, ma affinché sia valida ed efficace per la beatificazione di un Servo di Dio deve rispondere ad alcuni criteri precisi.
Dovranno dunque essere accertati l’ offerta della vita libera e volontaria della vita e l’eroica accettazione propter caritatem di una morte certa e a breve termine, il nesso tra l’ offerta della vita e la morte prematura, l’esercizio almeno in grado ordinario delle virtù cristiane, l’esistenza della fama di santità e di segni.
Viene alla mente il celeberrimo caso di S. Massimiliano Maria Kolbe e sembra inoltre possibile che possano, grazie a questa iniziativa del Papa, sbloccarsi a breve le cause del carabiniere Salvo D’Acquisto, di Gino Pistoni, giovane laico di Azione Cattolica, e di Suor Annelvira Ossoli e delle sue cinque consorelle, morte di ebola in Africa, delle quali è stato avviato congiuntamente il processo.
Sarebbe interessante curare una ricerca volta a scoprire eventuali casi simili vissuti nel nostro territorio.
Infine una notizia dal sapore ecumenico: il 13 luglio la Sala Stampa della Santa Sede ha diramato un comunicato congiunto della Commissione mista di Esperti croati cattolici e serbi ortodossi per una rilettura in comune della figura del Beato Luigi Stepinac, cardinale arcivescovo di Zagabria, riunitasi sotto la presidenza del P. Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Riconoscenti per la magnanimità di Papa Francesco che con benevolenza ha accolto la richiesta del Patriarca della Chiesa Ortodossa Serba, Irinej, e ha optato per la costituzione della Commissione, nonché per il clima cordiale in cui hanno potuto adempiere il loro mandato, i membri sono però giunti “alla conclusione che vari eventi, interventi, scritti, silenzi e prese di posizione sono tuttora oggetto di interpretazioni varie”, spesso divergenti. Consapevoli, fin dall’inizio dei lavori, che il processo di canonizzazione del cardinale Stepinac è di esclusiva competenza del Papa e riconoscendo inoltre che ogni Chiesa ha i propri criteri per procedere alla canonizzazione, i membri della Commissione hanno potuto, con lo studio della vita del cardinale Stepinac, imparare come nella storia tutte le Chiese abbiano crudelmente sofferto diverse persecuzioni e abbiano i loro martiri e confessori della fede. È stata dunque paventata l’eventualità di una futura collaborazione per condividere la memoria dei martiri e dei confessori delle due Chiese. Non mancano anche nel nostro territorio persone di nazionalità croata e serba: vale anche per esse e per noi tutti l’auspicio di una memoria storica condivisa.

Don Fabio Arduino