“Seminare, accogliere, ascoltare: è il cuore pulsante dell’azione dei laici”

Il card. Bassetti incontra a Spello la presidenza dell’Azione cattolica

Il neo presidente della Conferenza dei Vescovi italiani, mons. Gualtiero Bassetti, 75 anni
Il neo presidente della Conferenza dei Vescovi italiani, mons. Gualtiero Bassetti, 75 anni

“Ci sono tre parole che, meglio di altre, sintetizzano la liturgia della Parola di oggi: il seminatore; il terreno; le orecchie. Tre parole a cui sono legati tre verbi di cruciale importanza: seminare; accogliere; ascoltare”. Attorno a questi tre verbi si è sviluppata l’omelia che il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha svolto durante la messa celebrata domenica 16 luglio a Casa San Girolamo di Spello, incontrando la presidenza nazionale dell’Azione cattolica.
Il cardinale – accolto dal presidente Matteo Truffelli e dall’assistente ecclesiale mons. Gualtiero Sigismondi – ha trascorso la mattinata con la presidenza, per un confronto durante il quale ha invitato a riprendere e sviluppare il profilo di Chiesa e di laicato presenti nella “Evangelii nuntiandi” di Papa Paolo VI e nella “Evangelii gaudium” di Papa Francesco. Ha quindi parlato di una “Chiesa del tempo ordinario”, nel quale l’Ac è chiamata a svolgere un ruolo “essenziale”. Si trattava del primo incontro con un’associazione ecclesiale da quando ha assunto la presidenza Cei.
“Il seminatore – ha fra l’altro affermato nell’omelia – compie due diversi movimenti: esce e semina. Esce da dove? Non si tratta di un’uscita da un luogo a un altro. È un’uscita esistenziale e mistagogica. Esce da se stesso per andare incontro all’altro. È quello a cui ci invita continuamente papa Francesco. È un’uscita che è essenzialmente un atto di amore totale e gratuito, e mai un semplice gesto esteriore. È questo un punto cruciale: il cristianesimo non è una religione incentrata sul dovere, ma è una fede fondata sull’amore proveniente da Dio”.
“Gesù invita continuamente i suoi discepoli ad ascoltare. Li invita a non farsi dominatori ma docili custodi di una Parola che è stata rivelata e donata. Custodi di una parola di vita che devono donare al mondo con la stessa gioia e la stessa gratuità con cui l’hanno ricevuta. Quel seme e quella parola che hanno avuto non è di loro proprietà. Essi hanno il privilegio di esserne intermediari preziosi ma mai proprietari unici. E questo è il dono che ogni credente ha ricevuto: ognuno nel proprio ministero o nel proprio ruolo. E questo è anche il grande dono per l’Azione cattolica”.
“Infatti, questi tre verbi che abbiamo appena accennato – seminare, accogliere, ascoltare – rappresentano il cuore pulsante dell’azione dei laici nel mondo contemporaneo… Tre azioni, tre verbi, che caratterizzano da sempre la storia dell’Azione cattolica e che possono essere messe accanto alle tre parole che da sempre la contraddistinguono: preghiera, azione e sacrificio”. Paolo VI, ha detto il presidente Cei, in occasione del centenario dell’Azione cattolica “ne ribadì con forza la missione: ‘servizio costante per il prossimo e difesa della verità’. Papa Francesco in occasione del 150° anniversario della fondazione ha invitato l’Ac a raggiungere le ‘periferie’ e a cercare ‘senza timore il dialogo con chi vive accanto’ perché è nel ‘dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti e dialogando con tutti’. Queste parole di due grandi papi si legano alla perfezione con le tre azioni che abbiamo messo in rilievo oggi, seminare, accogliere, ascoltare, e ne danno un ancor maggior significato. Perché nulla è impossibile a Dio”.