“Tu la farai conoscere…” sono le parole udite da Itala Mela in S. Francesco a Pontremoli mentre esponeva al confessore la sua esperienza di “inabitazione della Trinità”. Il confessore non poteva comprendere quanto la donna stava esprimendo. Da troppo tempo la Chiesa non viveva qualcosa di simile: il battezzato tempio vivente della Trinità che rimane con lui e in lui. Questo è ciò che rende “mistica” la vita quotidiana e risponde al bisogno di “spiritualità” del nostro tempo. Non per nulla un noto teologo ha scritto che il Terzo Millennio o sarà mistico o non sarà. Quando Gesù dice a Zaccheo “Oggi devo fermarmi a casa tua”. (Lc.19,5) si evidenzia il disegno del Dio biblico di “scendere, cercare e abitare con l’uomo”.
La Bibbia ci dice come il Dio biblico abbia cercato l’uomo, prima nella tenda per il “convegno”, per incontrare Mosè e il popolo (Es. 33,7-11). Poi, nel Tempio in Gerusalemme, centro del culto e casa dove egli abita. Con la promessa alla “casa di Davide” (2 Sam.7) si fa strada l’idea che Dio vuole abitare le persone. Il disegno si realizza nel grembo di Maria, che porta il Signore. Gesù, vero uomo e vero Dio, è la pienezza del disegno. Gesù presenta il suo “corpo” come Nuovo Tempio distrutto nella passione e ricostruito in tre giorni.(Gv.2,19-21). Giovanni vede nell’Incarnazione la pienezza della abitazione di Dio con noi: “Il Verbo si fece carne e piantò la sua tenda in mezzo a noi…” (Gv.1,14). S. Paolo potrà dire dei cristiani: “ Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Corinti 3,16-17) . “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio?” (1Corinti 6,19). “Voi siete il tempio del Dio vivo” (2Corinti 6,16). La concretezza dell’inabitazione della Trinità è il Battesimo che ci rende con-corporei “in Cristo” e le sue parole ci aiutano a prendere coscienza della “presenza” della Trinità nel nostro corpo. S. Paolo scrive: “Lo spirito di Dio abita in noi” (Rm.8,9) e questo implica il compito di lasciarci guidare, condurre, dall’ospite che è in noi.
Ma le parole più esplicite sono di Giovanni: “rimanete in me e io in voi… Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto perché senza di me non potete far nulla… Rimanete nel mio amore…” (Gv. 15,4-7.9).
Questa presenza (inabitazione) produce una nuova “relazione” fra il cristiano e la Trinità: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi… Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio…; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui…” (1Gv. 4,12.15.16.). Il cristiano così entra nel mistero di una relazione paterna con Dio, la Trinità abita in noi grazie alla presenza di Gesù che nello Spirito ci rende uno: “voi in me e io in voi” (Gv. 14,20). “Come tu, o Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola.” (Gv.17,212). L’inabitazione ci aiuta a vivere meglio e a comprendere bene l’Eucarestia: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui…” (Gv.6,56).
L’Eucarestia è “comunione” con Cristo, fonte e culmine della sua presenza di Risorto: “Rimanete in me e io in voi” (Gv.15,4). Ciascuno di noi, nel silenzio della propria coscienza, entra in ascolto con colui che Gesù dona come Consolatore. Tale presenza ha una sua verifica nella relazione che il cristiano ha con gli altri. Solo l’amore certifica la verità della presenza e dei suggerimenti efficaci dello Spirito: “Se ci amiamo gli uni gli altri Dio rimane in noi” (1Gv. 4,12). L’Amore è la verifica della autenticità di Dio Trinità in noi; fuori dell’amore solo illusioni.
Don Pietro Pratolongo
Anche la Lunigiana la sente come sua “beata”
Itala Mela (1904 – 1957)
Tra le esperienze che naturalmente caratterizzarono la vita di Itala Mela, molte ebbero come palcoscenico la nostra Lunigiana ed il borgotarese, tanto che diventa spontaneo pensare che, in qualche modo, sia anche una “nostra beata”. Fondamentale, innanzitutto, nel periodo in cui cominciò l’attività di insegnante che la vide impegnata presso l’Istituto Tecnico inferiore nel convento di San Giacomo d’Altopascio, quello che le successe, dopo il profondo travaglio interiore vissuto nel periodo universitario, il 3 agosto 1928 nella chiesa di San Francesco, parrocchiale dei SS. Giovanni e Colombano, a Pontremoli, quando, fermatasi quasi d’istinto in città dopo una visita ad Albareto all’amica Angela Gotelli, andò a confessarsi da don Annibale Corradini, da tempo suo riferimento spirituale, al quale, sono sue parole:”sottoposi la presenza sensibile della Trinità nella mia anima”. Nell’animato dialogo a seguire, tutto incentrato sulla “Inabitazione della Trinità”, nel quale il sacerdote, con opportuna cautela, cercava di spiegarle “che tale grazia era negata ad anime più fedeli” di lei, racconta ancora “io fui investita da una vivida luce interiore, che partì come un raggio dal tabernacolo e in tale luce mi fu comunicato: tu la farai conoscere!”.
Dopo un primo rifiuto, Itala si recò nella chiesa di san Pietro “a offrire a Dio tutta la mia vita per il compimento del suo volere”. È l’inizio di un percorso mistico che segnerà tutta la sua vita, caratterizzata in particolare dalla volontà di dedicarsi alla vita monastica, cosa che le sarà impedita dai gravi motivi di salute che segneranno costantemente sia l’attività di docente, sia le occupazioni usuali alle quali, specie dopo una lunga esperienza milanese, dovette rinunciare per i frequenti momenti di indigenza. La Lunigiana, quindi, dopo il ritorno alla Spezia, nel 1934, resterà un riferimento importante soprattutto per tentare di rimettersi in salute dopo le frequenti crisi.
Numerose, infatti, furono le convalescenze al passo della Cisa, mentre nel 1937 dovette ricoverarsi nell’ospedale di Fivizzano nel tentativo di trarre giovamento da un ambiente naturale idoneo ad un pronto recupero. L’esperienza, ribadita anche l’anno successivo, non ebbe però gli effetti desiderati, anzi, per un ulteriore peggioramento dovette abbandonare definitivamente l’insegnamento pubblico per dedicarsi alla famiglia e alle lezioni private. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, grazie all’attenzione di una cara amica, trovò rifugio a Barbarasco dove rimase, tranne brevi frangenti, fino alla fine del conflitto, conservando un caro ricordo soprattutto per la frequentazione della locale parrocchiale nella quale poté condividere con la popolazione la sua costante esperienza mistica. Un breve ritorno a Pontremoli nel 1941 le permise di ritrovare le amicizie di tanti anni prima, da Emira Tognetti a Magda Buttini, ma in particolare di rievocare quell’impegno di dedicarsi alla Trinità che l’accompagnerà fino alla morte. Sono ancora numerosi coloro che ricordano la figura aggraziata della composta signora spezzina, sempre sorridente nonostante il precario stato di salute e, quindi, saperla elevata all’onore degli altari, diventa momento di grande gioia e di condivisione per il prezioso contributo offerto per la nostra crescita spirituale.
(l.b.)
Sabato 10 giugno alla Spezia la solenne beatificazione
La Spezia si sta preparando ad un evento inusitato per la sua esperienza religiosa. Per la prima volta, infatti, nella sua lunga storia, con una cerimonia solenne che sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, assisterà alla solenne beatificazione di una sua figlia, Itala Mela, e proprio in occasione del sessantesimo anniversario della sua scomparsa. L’evento già di per se stesso è eccezionale, in quanto, contrariamente al passato, può essere celebrato nel luogo dove coloro che hanno meritato di salire alla gloria degli altari hanno trascorso la loro esperienza di vita. Tutto, quindi, è pronto in piazza Europa, nel grande spazio sottostante la cattedrale di Cristo Re che nella sua cripta conserva proprio le spoglie della nuova beata. È prevista una grande partecipazione di fedeli, tanto che saranno approntati oltre 5.000 posti a sedere, ma soprattutto, si è operato con assiduità per preparare l’evento sia in chiave religiosa che culturale, prima con un triduo in preparazione celebrato mercoledì 7 giugno nella chiesa abbaziale di S. Maria Assunta, quindi giovedì 8 alle 17 nella chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni e Agostino e venerdì 9 giugno ore 17,30 nella cripta della cattedrale, presso la tomba della Beata. Venerdì 9, inoltre, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, alla Spezia, si terrà un concerto – recital, composto dall’abate di San Miniato (FI), con brani desunti dagli scritti di Itala Mela. Il momento centrale resta, però, la celebrazione di sabato mattina, 10 giugno, dove non solo il clero spezzino, ma anche quello ligure e lunigianese, sarà presente per solennizzare un evento che coinvolge nella sua sostanza un intero territorio e permetterà di comprendere quale sia stato effettivamente il contributo che Itala Mela ha dato per la crescita e la diffusione della spiritualità nella nostra terra, fino a meritare per la sua azione di salire agli onori degli altari. Domenica 11, infine, alle ore 10,30, a conclusione delle cerimonie, il Vescovo Mons. Luigi Ernesto Palletti presiederà in cattedrale la S. Messa di ringraziamento.