Uno studio sull’antica famiglia Bertolini
Sassalbo, il paese senza comignoli, il paese ove vien notte avanti sera/gente da bastro, gente da galera, secondo un’inveterata tradizione giunta a noi per via orale. Sassalbo, una singolare frazione del comune di Fivizzano che la voce popolare vuole fondato da misteriose genti fuggiasche. Un luogo che, proprio per queste sue singolari peculiarità, attirò più volte l’interesse degli studiosi tra i quali devo qui doverosamente citare il giornalista Carlo Caselli e l’antropologo Vincenzo Formicola.
Quel fattore zero negativo del sangue
Anni fa a Pontremoli un paleoantropologo dell’Università di Pisa disse che a Sassalbo ci sono più che altrove persone con fattore RH 0- del sangue. Questa dotazione genetica è più diffusa tra i camiti, una delle generazioni venute, stando alla Bibbia, dai tre figli di Noè: indoeuropei (da Iapet), semiti (da Sem) del Medio Oriente, e Camiti (da Cam) del nord Africa. Dallo stretto di Gibilterra alcuni sarebbero passati in Europa e anche potrebbero aver sconfinato a Sassalbo dopo il saccheggio di Luni nel 1016 ad opera di Mujahid detto Masetto.
Ad illustrare le peculiari origini degli abitanti di questa borgata dell’Appennino lunigianese è ora venuta in socorso la genetica. Negli ultimi mesi un sassalbino dell’antico ceppo dei Bertolini – qui un grazie va anche alla perspicacia di appassionati come Carlo Francini (del quale alcuni lavori di ricerca sono stati pubblicati sugli “Studi Lunigianesi” della “Manfredo Giuliani” di Villafranca Lunigiana), Gioiello Tognoni (le cui importanti dissertazioni sono ampiamente utilizzate su vari forum in Interent dedicati a questo argomento) e Marco Grassi (realizzatore, l’autunno scorso a Nicola di Ortonovo, di un importante incontro in merito a questo tipo di ricerche) – si è sottoposto ad un prelievo di due campioni salivali da far analizzare presso due società di ricerche genealogiche del DNA: la californiana 23andMe e la tedesca YSEQ. Nel particolare, i tratti caratterizzanti la linea mitocondriale (la cui trasmissibilità avviene per via “unicamente” materna), hanno mostrato la presenza dell’aplogruppo W, originatosi fra i 16 e i 20mila anni fa nella regione del Mar Caspio.
Allo stesso modo, importanti, degne di nota ed anche sorprendenti, sono le caratterizzazioni inerenti la linea genealogico-genetica strettamente paterna, quella legata agli aspetti del Cromosoma Y. L’analisi qui condotta, ha evidenziato la presenza della subclade Z2103 dell’aplogruppo R1b. Tratti che più nel particolare hanno mostrato una similitudine con alcuni armeni, ed anche con dei maghrebini di religione ebraica. Un risultato, è l’opinabile idea di chi scrive, che sembrerebbe dare sostegno alla tesi di una fondazione di questa singolare località da pirati fuggiaschi che giunsero a noi dopo aver devastato la città di Luni agli ordini di quel Re Musetto della nostra tradizione popolare, il quale era uno schiavone, appartenente cioè a quelle popolazioni che in gran numero composero le schiere degli eserciti musulmani, formate anche da popolazioni caucasiche. Chissà, a prescindere dalla attendibilità o meno di queste fonti, chi scrive – e con sua buona ragione – ritiene che lo studio sempre più approfondito inerente le caratterizzazioni del DNA, ci stanno mostrando quanto la popolazione ad oggi abitante la Lunigiana Storica si sia originata da una sequenza continua di apporti, ed ancora notevoli sorprese ci potrebbero giungere da un sempre maggior numero di persone che si rendessero disposte a farsi analizzare. Come è stato, ad esempio, anche nel caso di Sassalbo.