Quei missionari uccisi a motivo del Vangelo

Sono stati 13 nel 2024. Non una ricorrenza, ma un impegno di preghiera e digiuno per chi è “in prima linea”

Il 24 marzo si celebra la 33.ma Giornata dei Missionari Martiri, anniversario del martirio del vescovo di san Salvador, Oscar Romero, nel 1993. Si intende ricordare in particolare quanti hanno donato la vita nell’annuncio del Vangelo e nel servizio agli ultimi.
Una giornata di preghiera, digiuno e di solidarietà: la loro testimonianza di vita vissuta alla luce della Parola incarnata nella quotidianità delle genti con cui l’hanno condivisa, ci richiama infatti a vivere la nostra fede con autenticità.
L’esempio dei tanti missionari, testimoni di una vita piena, ci incoraggia nel rinnovare il nostro impegno nell’aiuto ai più bisognosi, nella lotta alle ingiustizie e nel prendere posizione davanti a atti di prepotenza, ricordandoci che anche nelle situazioni umane più drammatiche può accendersi una luce di Speranza.
Mentre si stava chiudendo il 2024, l’Agenzia Fides ha pubblicato il rapporto annuale sui missionari e gli operatori pastorali uccisi nel mondo nell’anno trascorso. L’elenco considera le definizioni di “missionario” e “missionaria” in un senso più ampio e punta a registrare tutti i cattolici coinvolti nelle opere pastorali e nelle attività ecclesiali morti in modo violento, anche se non espressamente “in odio alla fede”.
Per questo si preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro attraverso i processi di canonizzazione.
Nel 2024, stando ai dati dell’Agenzia Fides, nel mondo sono stati uccisi 13 “missionari” cattolici, di cui 8 sacerdoti e 5 laici. In Africa sono stati uccisi in tutto 6 uomini (2 in Burkina Faso, 1 in Camerun, 1 nella Repubblica Democratica del Congo e 2 in Sud Africa); 5 in America (1 in Colombia, 1 in Ecuador, 1 in Messico, 1 in Honduras e 1 in Brasile) e due in Europa (1 in Polonia e 1 in Spagna).
La foto scelta per il manifesto della Giornata è stata scattata da Padre Dario Dozio in un villaggio della Costa d’Avorio: quello che vediamo è l’immagine di un offertorio durante la celebrazione eucaristica, fatto delle cose essenziali per la vita di ogni giorno e questo ci ricorda come i missionari offrono la loro vita in modo da dare a ciascuno l’essenziale. La frutta, la verdura e il cibo donati sotto l’altare vengono condivise con la comunità, proprio come i missionari condividono la loro vita e l’essenzialità della quotidianità con le persone che hanno accanto.
Ognuno nella comunità, nonostante il contesto umile e difficile, ha contribuito portando come offerta qualcosa di essenziale per la loro vita e frutto del lavoro quotidiano della terra di ciascuno. Nella condivisione anche di poco, tutti avranno l’essenziale per vivere. Un gesto di una vera offerta della comunità, per noi un simbolo di un servizio missionario che si dona per la vita di tutti e si arricchisce nella condivisione con gli altri.
Quest’immagine di un offertorio così vivo e ricco ci richiama a una essenzialità nella nostra vita, il cui centro è Cristo, per il quale i missionari e le missionarie scelgono di condividere la vita con i popoli e donarla nello spezzare la Parola e la quotidianità insieme a chi è dimenticato, oppresso o emarginato.