
Ad Avenza, domenica 9 febbraio, il vescovo Mario ha conferito il ministero al candidato Giampaolo Ditemi
Nella chiesa parrocchiale di Maria SS. Mediatrice ad Avenza di Carrara, domenica 9 febbraio, durante la celebrazione eucaristica delle ore 18, il vescovo fra’ Mario ha conferito il ministero dell’Accolitato a Giampaolo Ditemi.
Con mons. Vaccari hanno concelebrato don Leonardo Biancalani, vicario foraneo di Carrara e delegato diocesano per il diaconato permanente, padre Andrea Graziosi e padre Claudio Baleani, mentre don Samuele Agnesini e don Emanuele Borserini hanno coordinato il servizio liturgico.
Commentando le letture della domenica, il vescovo Mario, nel corso dell’omelia, ha sottolineato come la vocazione sia una chiamata per uscire da noi stessi verso gli altri, in tante forme e in tanti modi.
Il vescovo ha poi evidenziato come la chiamata alla vita sia stata possibile grazie ai nostri genitori e al loro amore: è un dono immenso che Dio ci ha fatto, ma per cosa la spendiamo? “La vocazione che oggi Giampaolo ci testimonia – ha detto fra’ Mario – è di vicinanza e di servizio all’altare, ma soprattutto al pane eucaristico che sarà chiamato a portare agli ammalati e a coloro che ne hanno bisogno nella comunità parrocchiale”.
Il termine accolito deriva dal greco “akolythos” che significa colui che va dietro, che segue, che accompagna. Il ministero dell’Accolitato è un servizio all’Eucaristia e all’altare.
Nel rito dell’istituzione dell’Accolito, la Chiesa invoca sul candidato una speciale benedizione, perché possa compiere fedelmente il suo servizio, conformando sempre più la propria vita al sacrificio eucaristico, così da offrirsi, ogni giorno in Cristo, come sacrificio spirituale a Dio gradito, amando sinceramente il Corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. Il ministero dunque è un compito, una missione precisa da svolgere all’interno della Chiesa.
“Questo ministero – ha aggiunto il vescovo – ci ricorda che tutti abbiamo da metterci a disposizione del Signore per essere pescatori di uomini, come ci ha ricordato il Vangelo di oggi”. La fede nella resurrezione va portata a tutti coloro che incontriamo nel quotidiano per portare la vita soprattutto dove è stata compromessa o ferita.
Terminata l’omelia si è svolto il rito di conferimento dell’Accolitato: il vescovo ha formulato la preghiera di benedizione pronunciando le parole “Benedici questo tuo figlio eletti al ministero di accolito. Fa’ che, assiduo nel servizio dell’altare, distribuisca fedelmente il pane della vita”.
Subito dopo ha consegnato al candidato la patena, come segno del suo nuovo impegno ministeriale che ha assunto di fronte a Dio e alla comunità. L’accolito è chiamato ad aiutare il celebrante durante le funzioni liturgiche, ma si impegna a rendere un servizio alla comunità concreta, dove il vescovo lo invia, donando tempo, disponibilità e capacità. Il suo servizio non si limita solamente alla celebrazione liturgica, ma va anche fuori per farsi strumento dell’amore di Cristo e della Chiesa nei confronti delle persone più bisognose, deboli, povere e malate.
“Ricevere questo ministero – aveva dichiarato Giampaolo al settimanale – è per me una grazia che vivo con grande gioia e che condivido con la mia comunità che mi ha supportato in questo percorso che ho voluto fortemente e che spero mi porti fino al diaconato permanente. A tutti chiedo preghiere perché io possa sempre seguire il Signore che mi conduce per mano in questo mio servizio”.