
Un libro e una conferenza a Pontremoli sui poteri economici e sulle politiche che li favoriscono. Con il peso delle tasse in gran parte su pensionati e lavoratori dipendenti
Le forze di opposizione cercano a sinistra confronti di idee e di proposte: sono tentativi di risorgente impegno di difesa contro i nuovi padroni del mondo, anonimi ma potenze sempre più accanite per sopraffare l’economia reale e gli stessi governi e insieme mirano a persuadere in modi spesso occulti che è il profitto il bene da accumulare spregiudicatamente senza la produzione di beni reali e a prescindere dal merito.
Nell’incontro di sabato 9 novembre alle Stanze della Rosa è stato promosso un incontro tra ANPI Pontremoli, Pensionati (SPI-CGIL) provinciale, Cantiere per la Pace, moderatore Paolo Bissoli. Gli interventi del pubblico numeroso e molto al femminile sono scaturiti dall’ascolto attento e critico di due esperti di come va oggi il mondo: Alessandro Volpi professore esperto e appassionato di economia politica all’Università di Pisa e Nicola Del Vecchio segretario confederale CGIL provinciale.
Il libro di Volpi I padroni del mondo. Come i Fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia, edito da Laterza, spiega come gruppi finanziari si sono infiltrati sul mercato e prendono sempre più peso sull’economia reale e sui governi.
La grande finanza ha cominciato a manifestarsi nella grande crisi del 2008-2011, per non fare fallire le banche insolventi il governo americano pagò i mutui, Mario Draghi governatore della BCE stampò molta monta per comprare anche il debito italiano.
La pandemia rese necessario fare altro debito pubblico per poterla affrontare, fu prima deflazione e poi dal 2021 riprese a risalire il costo della vita e la corsa continua tuttora. I cittadini comprano denaro dalle banche d’affari, è speculazione che non incide ad aumentare il PIL e non fa diminuire il debito pubblico.
Da due anni in Italia succede che le banche vanno benissimo, lucrano e sono arrivate a circa cento miliardi di cosiddetti extra profitti che non sono tassati secondo il principio costituzionale di un fisco proporzionale al reddito effettivo. Invece il ceto proletario e di media borghesia cresce poco, anzi si è impoverito: lo sa bene l’impiegata, l’insegnante quando spende tanto e porta a casa poche robe.
Per comprare denaro da investire in imprese di trasformazione di materie prime che è la tipicità dell’industria in Italia, il cittadino paga tassi più molto più alti del tasso dato al risparmio privato.
Per fare investimenti e aumentare il PIL gli imprenditori sempre più coinvolgono i gruppi finanziari ad alto profitto, che comprano porzioni e beni di società italiane. Azionista di maggioranza di Eni, la prospera creatura di Enrico Mattei, oggi è una forte società finanziaria, Oto Melara, ben in vita nella vicina piana di Migliarina e la Leonardo in Sardegna, ex- azienda Finmeccanica a partecipazione statale sono state vendute a potenti gruppi finanziari.
Nicola Del Vecchio con documenti alla mano ha considerato che è bene investire in politiche sociali e servizi innovativi. Produciamo armi e il mercato tira bene, niente licenziamenti e neppure cassa integrazione come succede invece in altre aziende, ma per vendere armi come carri armati e caccia bombardieri ci vuole la guerra, che porta con sé lunghi tempi di conflitti.
La conclusione è terribile – a parte il discorso riguardante la dimensione morale – per la ripresa economica funziona bene fare la guerra con un mercato forte ed enorme che arricchisce davvero tanto i padroni del mondo, i pochi che non tengono in nessuna considerazione l’art. 11 della nostra Costituzione che ha tra i principi fondamentali il ripudio della guerra: se vogliamo conservare la democrazia prima di tutto vanno ritrovati i valori etici, religiosi, culturali, poetici, sono le ragioni del cuore indispensabili per la nostra libertà, valgono molto di più dello sviluppo economico.
Le forze di opposizione, pur con progetti diversi è ora che facciano finire le separazioni e i conflitti interni, causati da interesse personale molto più forte e diffuso dell’impegno per il bene comune.
L’iniziativa dell’incontro fatto a Pontremoli si può leggere come piccolo timido inizio di mettere insieme le energie di tutti per salvare la democrazia, con difetti ma sempre la migliore istituzione politica della storia dell’uomo.
Le politiche di destra oggi prevalenti in tanti paesi sono il frutto di un pensiero che vuole la concentrazione di potere economico in alcune mani per avere profitti strabilianti con operazioni finanziarie ingiuste e senza equità fiscale per cui chi ha di più paga in percentuale meno tasse dei gruppi meno abbienti.
La narrazione dello stato del mondo insiste poco sulla necessità di adegusre i salari al costo reale della vita, rifornare il catasto come strumento per combattere l’evasione fiscale. Ognuno è chiamato a spiegare la dinamica dell’economia finanziaria, denunciarne le pratiche, e partire col fare proposte concrete ed alternative, per aumentare la spesa per sanità e scuola per attrezzare proprie capacità critiche per controbattere propaagande messe in atto con mezzi sempre più sottili e complessi.
Maria Luisa Simoncelli