
Per cinque giorni a Pontremoli l’intenso programma del “Curae Festival”
Non avrebbe potuto restare estraneo all’attenzione delle persone il Festival organizzato dal Ministero della Giustizia con 18 enti collaboranti per trattare la riparazione di errori di minorenni con atti di rieducazione e di conciliazione fra le parti in causa. La nostra Costituzione all’art. 27 concepisce la pena nella prospettiva rieducativa, ma con scarsi risultati fra gli adulti, invece è possibile fra minorenni perché non sono ancora strutturati mentalmente al crimine.
In tanti spazi della città a Pontremoli dal 16 al 20 aprile le ragazze dell’Istituto Penale Minorile (IPM) hanno operato con gli studenti delle nostre scuole superiori e, collegate in remoto, hanno condiviso idee e iniziative con altri tredici IPM maschili e femminili in Italia.
Ci sono stati scambi con operatori teatrali, intenso il lavoro di regia di Paolo Billi, una presenza gradita e consolidata nel tempo per la capacità di coinvolgere minorenni nella recita e nella scrittura di loro propri testi.
A sua cura la drammaturgia Metamorfosi ha trovato spazio negli Orti della città con dialoghi elaborati in laboratori di scrittura degli IPM.
Il Festival ha preso il via nella chiesa di San Geminiano con Ballata dell’angelo ferito, un teatro di parole e di gesti per significare le “ferite” gravi del tempo presente, che chiude il giovane in un “paradiso infelice”; può avere le cose, anche tante, ma le gode in solitudine, in uno stato di egoismo individuale e indifferenza.
Disposti negli angoli della chiesa, studenti del Malaspina e del Belmesseri e tre ragazze dell’IPM hanno portato gli spettatori a guardare meditando volti umani, a guardare se stessi riflessi allo specchio, a considerare il mutare di immagini incise su tavolette.
Dal dialogo, dalle azioni, dalla relazione sociale torna la fiducia, la musica esprime la gioia del paradiso ritrovato, l’angelo ritrova le ali e vola.
Anche il film Desiré di Mario Vezza proiettato al cinema Manzoni ambientato all’IPM di Nisida è stato molto interessante. Il canto dal vivo e in collegamento streaming coi ragazzi di altri IPM ha dato rilievo a sane forme di divertimento come via di redenzione.
Pratiche riparative sono state esposte da mediatori della cooperativa Dike di Milano seguite con grande interesse anche degli studenti del Liceo Vescovile. Curato da Paolo Billi e Federica Brunelli al Caffè Letterario è stato presentato il libro L’ascolto smarrito. In altra serata il libro Un dialogo notturno.
Nei giorni del Festival sapienti relazioni hanno proposto metodi di costruzione di dialogo sull’altro e con l’altro con competenza di diversi saperi in temi di sociologia, teologia e criminologia.
Davvero un grande confronto di idee, di esperienze, di progetti e di altri sguardi ha dato piena soddisfazione ai giovani partecipanti, alla direttrice dell’IPM di Pontremoli Domenica Belrosso, a Paolo Gabriele Bono dirigente del Centro Giudiziario Minorile Toscana La tavola rotonda I ragazzi interrogano su l’Altro ha concluso il Festival in un gran finale di contributi realistici da parte di operatori esperti che aiutano a gesti riparativi, a pratiche che portano a rinnovata fiducia sul futuro, all’aurora di speranze espresse con le loro stesse parole e i loro gesti nel momento conclusivo sul ponte della Crësa.
Ha partecipato Antonio Sangermano capo del Dipartimento Giustizia Minorile, il prefetto di Massa, il sindaco Jacopo Ferri. Come corollario in palazzo del Tribunale le mostre fotografiche con scatti realizzati dalle ragazze dell’IPM di Pontremoli Tornerà primavera, Saran rose e fioriranno, dieci anni di loro spettacoli.
Maria Luisa Simoncelli