Inverno caldo e rischio gelate preoccupano gli agricoltori locali

Molte piante già quasi pronte a sbocciare rischiano di essere “bruciate” dalle basse temperature. A repentaglio anche le api “risvegliate” troppo presto

Certo è strano parlarne adesso, mentre improvvisamente le temperature sono bruscamente calate e pioggia, neve e freddo stanno bussando alle porte della Lunigiana, ma è invece alto l’allarme nel mondo dell’agricoltura per quanto concerne i rischi legati all’eccessivo caldo di questo inverno. Le temperature e le ripetute giornate di sole di un gennaio anomalo hanno infatti risvegliato in anticipo la natura che sembra pronta ad una primavera decisamente anticipata con le prime gemme già spuntate dagli alberi. E tutto questo mette a repentaglio il raccolto e le vendite della prossima stagione. “Il vero rischio è che sta arrivando un brusco abbassamento della temperatura che, oltre a gelare le gemme, farebbe morire tutte le piante più giovani – spiega la presidente provinciale della Coldiretti di Massa Carrara Francesca Ferrari -. Se questo accadesse rischieremmo di perdere quasi tutta la produzione”. Una possibilità nemmeno tanto remota se si pensa che in questi giorni le temperature hanno sfiorato gli zero grado anche al piano.

Una situazione critica per le piante da frutto, per gli olivi ed anche per i vigneti “quest’anticipo del risveglio vegetativo delle piante sta mettendo a rischio l’intero comparto – sottolinea la Ferrari – ovviamente l’anomalia non è il freddo di questi giorni, anzi, ma il caldo di tutto questo periodo, in anticipo di quasi due mesi rispetto agli anni precedenti. Il problema è che sappiamo che molto probabilmente il freddo tornerà bloccando la regolare crescita delle gemme”. Del resto basta l’esempio di quanto accaduto l’anno passato quando una gelata nel mese di marzo “aveva in pratica dimezzato l’intera produzione agricola”. Ma non basta a mettere in difficoltà il comparto agricolo ci sono anche gli allarmi legati ai parassiti “è ancora presto per dirlo ma sembra che quest’anno ci sia il rischio di una forte ritorno della cecidomia” ovvero un parassita dell’olivo che penetra nella pianta in forma di larva e ci resta fino al completamento del suo sviluppo. Rovinando tutto il raccolto e mettendo a rischio la sopravvivenza della stessa pianta. Senza dimenticare poi le api. Infatti questi insetti, ingannati dall’inverno troppo caldo, si sono già risvegliati dal letargo e volano tutto il giorno alla ricerca di cibo che non trovano, se non in minima parte. “Il rischio adesso – ci confida l’apicoltore lunigianese Davide Casarola – è che ritorni di freddo possano far gelare i fiori e anche far morire parte delle api”. (r.s.)

Resta alto l’allarme ungulati

Ma non solo il caldo anomalo crea danni all’agricoltura, la Coldiretti tiene a segnalare l’ormai annoso problema legato agli ungulati, cinghiali e caprioli, che danneggiano i campi coltivati. Problematica che ora si è ulteriormente aggravata con l’arrivo della pesta suina, di cui sono stati segnalati dei focolai anche in Lunigiana “Siamo costretti ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di prevenzione e contenimento come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne”.