Migranti: appello della Cei “Garantire il rispetto dei diritti umani e la tutela della persona”

La Presidenza della Cei fa proprie le parole pronunciate da Papa Francesco domenica dopo la preghiera dell’Angelus, e rivolge al Paese e all’Unione europea “un appello affinché siano posti in atto interventi efficaci, capaci di garantire il rispetto dei diritti umani e la tutela della persona”.
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare – verbi indicati dal Papa – restano la bussola da seguire per affrontare la questione migratoria e trovare soluzioni adeguate a un dramma che continua a mietere vittime e infliggere sofferenze. Si tratta di una situazione che non può essere più ignorata”. Per questo “la Presidenza, assicurando che la Chiesa italiana, alla luce dell’enciclica ‘Fratelli tutti’, proseguirà nella sua opera in favore degli ultimi, auspica che anche la Comunità internazionale si faccia carico dei bisogni dei migranti e dei profughi, perché nessuno sia più costretto a fuggire dalla propria terra e a morire nei viaggi verso un futuro migliore. Solo ascoltando il grido degli ultimi si potrà costruire un mondo più solidale e giusto”.
Il Mediterraneo deve tornare ad essere “culla di civiltà e di dialogo, nello spirito della fratellanza già incoraggiato nel secolo scorso da Giorgio La Pira”, nel cui ricordo i vescovi dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum si ritroveranno a Firenze, dal 23 al 27 febbraio 2022, per riflettere sul tema della cittadinanza. In Libia, ha ricordato il Papa, “ci sono dei veri e propri lager”. “La Presidenza Cei chiede di non volgere più lo sguardo altrove e invita tutte le comunità cristiane a unirsi alla preghiera di Papa Francesco”.
Intanto in Francia, ogni notte sono centinaia i migranti che, per terra o per mare, cercano di superare il passo di Calais. Nella chiesa di San Pietro a Calais, lo sciopero della fame di don Philippe, sacerdote di 72 anni cappellano del Sécours Catholique, e di due volontari è giunto al 14° giorno. “È un digiuno segnato dal dinamismo, non c’è niente di funereo, vogliamo solo svegliare, fare aprire gli occhi”, dice al telefono con il Sir don Philippe. In questi giorni nella chiesa della cittadina francese c’è un continuo via vai: “Tante persone vengono a trovarci, dedichiamo tempo a parlare con loro, con la stampa, alla corrispondenza”.
Sostenuta anche dalla diocesi di Arras, nel fine settimana l’iniziativa delle 24/48 ore di digiuno ha coinvolto altre persone nella protesta e una petizione ha raggiunto le 21 mila firme.
Dalle autorità però ancora non ci sono risposte alla loro richiesta: almeno ora che inizia il freddo cessino gli sgomberi quotidiani e le confische delle tende e degli effetti personali dei migranti che cercano un futuro nel Regno Unito.

(Agenzia SIR)