Primo Maggio. Il lavoro, tra rivendicazioni e conquiste

Origini ed evoluzione della festa dei lavoratori

La dichiarazione ufficiale del Primo Maggio Festa internazionale del lavoro fu fatta a Parigi nel 1889 dai socialisti, ma già nell’Illinois si celebrava in ricordo della legge entrata in vigore il 1° maggio 1867 che fissava la durata della giornata lavorativa a otto ore, estesa a tutti gli Stati Uniti (in Italia le 8 ore solo con legge del 1923 dopo decenni di lotte e scioperi).
Il fascismo anticipò la festa del lavoro al 21 aprile accorpata col mitico natale di Roma. Papa Pio XII nel 1955 istituì il 1° maggio festa di S. Giuseppe lavoratore, data da condividere con tutti i lavoratori. La festa del lavoro acquistò significato politico di rivendicazione operaia anche nel territorio della Lunigiana storica nei decenni cruciali del decollo industriale e delle battaglie del proletariato delle fabbriche e delle campagne agricole.
I Fasci di Lunigiana del 1894 sono ricordati sui libri d storia generale, sono le lotte dei cavatori a Carrara e nella Lunigiana orientale, tensioni e manifestazioni di piazza, scioperi furono frequenti e accaniti nel territorio di Sarzana e soprattutto nei cantieri navali dell’Arsenale della Spezia.
Il periodico socialista locale “La Terra” ne dà ampie notizie e nel 1898 dedica un numero speciale dedicato al “giorno primo di maggio promessa di pace e di giustizia per tutti gli uomini”. Nel 1901 il Circolo Elettorale socialista di Carrara pubblica un numero unico “Primo maggio” in cui documenta l’attività delle leghe operaie del territorio, ne erano sorte otto (fabbri, lattonieri, lustratori, scalpellini, cavatori, muratori, sarti, lizzatori) con centinaia di iscritti.
Nel 1911 la festa del Primo maggio alla Spezia ai trasformò in una spontanea manifestazione contro la guerra coloniale in Libia, contrari erano giovani socialisti riformisti (come l’avv. Agostino Bronzi, che sarà antifascista aggredito, esiliato, poi senatore e morirà a Pontremoli nel 1972), repubblicani, anarchici. Col governo Giolitti nell’ottobre 1906 fu creata la Confederazione Generale del Lavoro (CGL) che dà sostegno e supporto organizzativo alla Festa del Primo Maggio, un impegno che non è mai stato disatteso (ha avuto il suo momento tragico a Portella della Ginestra in Sicilia l’1 maggio 1946) per arrivare al concertone di piazza S. Giovanni a Roma insieme agli altri sindacati.
Nel 1921 tumultuoso fu il Primo maggio a Genova perché fu vietato il tradizionale corteo dei partiti e degli operai da parte di squadre fasciste convenute anche da altre città. Dopo le oppressioni del regime fu giorno speciale di festa il primo maggio 1945 nell’Italia appena liberata, alla Spezia bandiere sventolavano tra una grande folla.
A Pontemoli si aprì l’età del raduno a monte Galletto dei socialisti e comunisti per far merenda, cantare e mandare “sfottò” ai democristiani raccolti in pineta: era un clima bonario degli anni di Peppone e don Camillo di cui avere una certa nostalgia.
Ora è giorno di “ponte“ vacanziero per dimenticare che il lavoro potrebbe non esserci più e neanche la sua festa. (m.l.s.)