Dopo venti anni di ricerche San Caprasio non finisce di stupire

Nei giorni scorsi ad Aulla c’è stata la visita della soprintendente Angela Acordon. In corso nuovi scavi archeologici

Era l’estate del 2001 quando in San Caprasio cominciarono, sotto la guida di Tiziano Mannoni, grande studioso e archeologo, le ricerche delle testimonianze passate di vita civile e religiosa di Aulla. Nella fretta della ricostruzione, durante il secondo dopoguerra, si era trascurata la salvaguardia delle memorie storiche. Nel 2003 la sorpresa, con la scoperta della monumentale tomba del santo e a un metro di distanza una bomba di fabbricazione inglese di 500 libbre, rimasta miracolosamente inesplosa. Le ricerche archeologiche, dirette da Enrico Giannichedda e da Rita Lanza, con la collaborazione di giovani lunigianesi, sono proseguite per un ventennio all’interno di tutta l’area della chiesa e dell’ex abbazia. Da vent’anni San Caprasio continua a regalare sorprese e ad attirare centinaia di pellegrini e visitatori. Nei giorni scorsi, a vedere i nuovi scavi dietro l’abside, è arrivata anche la soprintendente Angela Acordon; con lei c’erano tutte le persone che in qualche modo hanno contribuito a rendere splendido il complesso monumentale.
Intanto i lavori architettonici, fermi da tempo, sono andati avanti, il fonte battesimale è tornato a svolgere il suo compito ed è stata ritrovata una lastra di marmo, forse di origine romana, con una scritta misteriosa su cui gli esperti stanno lavorando.

Aulla presentazione scavi nell’ abbazia di San Caprasio

Tutto comincia da molto lontano, si sapeva dai documenti della fondazione di una chiesa il 27 maggio 884 da parte di Adalberto di Toscana, di una importante dotazione di beni, di contrasti con il vescovo di Luni, dell’accoglienza data all’arcivescovo Sigerico di Canterbury, che indicò Aulla quale trentesima tappa del suo itinerario francigeno di ritorno in patria da Roma. Lo scavo della tomba del santo ha poi riportato in luce i resti di due chiese dei secoli VIII e IX, precedenti a quella attuale dell’XI.
“Come spesso accade – commenta Riccardo Boggi, alla guida del Museo di San Caprasio – è stato un fatto casuale a sollecitare una serie di campagne di ricerca: nel 2001, la caduta di un brano di intonaco dell’abside, provocata da un giovane seminarista, aveva messo in luce una particolare tessitura muraria che ha richiamato l’attenzione del professor Mannoni”. 
Quest’anno ricorrono i vent’anni dall’inizio delle prime ricerche che avevano interessato l’area esterna dell’abside maggiore, dove furono scavate una sessantina di tombe. Le prime analisi riscontarono un dato interessante: l’alta statura degli abitanti, forse legata al popolamento con gente venuta da fuori del borgo fondato prima dell’anno 884 da Adalberto di Toscana, ma probabilmente dovuta anche a una alimentazione che si è rivelatabuona.
In questi giorni l’ufficio per i beni archeologici della Soprintendenza, con un finanziamento del ministero, ha ripreso gli scavi nell’area che era rimasta inesplorata: lo spazio esterno alla piccola abside di sinistra dove si sta riportando alla luce un’area cimiteriale, in parte sconvolta, che sembrerebbe risalire alla fase del XIV secolo, ma sotto questo strato già si vedono sepolture più antiche.

Il capitello rinvenuto di recente negli scavi in San Caprasio

Le ricerche sono seguite dalla funzionaria della Soprintendenza Marta Colombo e lo scavo è diretto da Antonio Fornaciari, bioarcheologo, aiutato dal laureando Matteo Vangeli. Sempre col finanziamento del Ministero, la Soprintendenza sta restaurando i marmi medievali del X- XI secolo, il capitello della prima metà del Duecento recentemente ritrovato all’interno di un muro, la grande lastra di marmo, forse di epoca romana, probabilmente riusata una prima volta come mensa dell’altare della chiesa fondata nell’anno 884 e poi una seconda volta come copertura del reliquiario in stucco di San Caprasio, sigillato tra il 1000 e il 1050.
La soprintendenza finanzieràanche la realizzazione di un nuovo sito del complesso monumentale e del museo, che è stato riconosciuto come deposito dei materiali archeologici dello Stato.
Accanto agli interventi della Soprintendenza ci sono quelli già attuati e previsti a cura degli Amici di San Caprasio, guidato da Lorella Giuli, grazie alle offerte dei soci e dei 5 per mille: è stata effettuata la manutenzione del giardino con le piante della Bibbia e il rifacimento dell’aiuola con le piante aromatiche e officinali e sarà predisposta una guida tematica.
Si sta revisionando tutto l’impianto di illuminazione delle sale del museo, la nuova sistemazione della sala dei capitelli attribuiti allo scultore e costruttore Oberto Felendi, il completo rifacimento della sala dedicata alle testimonianze della guerra e dell’alluvione del 2011. In programma anche, Covid permettendo, le serate estive delle notti dell’archeologia e altre con concerti, spettacoli, conferenze. 

Monica Leoncini