“Da politica e società poca attenzione verso i giovani”

Scout Polvere di Stelle Pontremoli. Primo incontro virtuale con il giornalista Giulio Cavalli

Il giornalista Giulio Cavalli
Il giornalista Giulio Cavalli

“è tempo di svegliarsi. Costruiamo, mattone per mattone, il nostro muro. Sogniamo in grande”. L’appello del clan scout Polvere di Stelle di Pontremoli è rivolto a tutti, in particolar modo ai giovani. E rappresenta lo spirito con il quale venerdì 19 marzo si è svolto il primo di una serie di incontri virtuali (preannunciati nel numero 11 del nostro settimanale). L’ospite è stato Giulio Cavalli (nella foto a lato), giornalista che collabora con testate digitali come Fanpage, TPI e con il settimanale Left, scrittore, attore ed ex consigliere regionale in Lombardia. Il filo conduttore dell’intervista sono stati i giovani, il loro presente e il loro futuro, analizzati sotto diversi punti di vista: “c’è un problema fondamentalmente scolastico” ha detto Cavalli, cominciando dall’ambito politico, “l’educazione civica intesa come innamoramento, avvicinamento e attaccamento alla politica dovrebbe essere un ruolo della scuola in un paese normale”. “Il secondo aspetto è che ai partiti politici interessa poco parlare ai più giovani”, ha continuato, “perché seguono il consenso derivato dal voto. C’è una disattenzione verso chi non ha dai 18 anni in su, ma anche da parte delle nuove generazioni verso la politica. Anche se io non mi ritrovo molto nell’idea che tutti i giovani siano disinteressati”. Il discorso ha interessato anche la situazione che stiamo vivendo, da cui però, secondo Cavalli, “non usciremo per forza migliori. Usciremo più convinti della nostra linea, i peggiori saranno ancora peggiori e i migliori riusciranno a essere ancora migliori”. La speranza è che i secondi siano numericamente maggiori dei primi, in una società sempre più globale e tecnologica, che dimentica i singoli. Da questo punto di vista, il mondo del lavoro ha già subito una forte influenza, “è un mondo che tiene molto poco in considerazione le sensibilità individuali, che non ti dà gratificazioni economiche, che non ti permette di costruire una tua vita affettiva” ha detto Cavalli, “un mondo che schiaccia”. E il compito dei giovani deve essere quello di “coltivare e affinare i propri talenti” e di “rivendicare il proprio diritto per trovare, nel momento in cui sono pronti, un mondo del lavoro che sia all’altezza. In un periodo in cui si lavora a bassissimi livelli di dignità umana”. E in una realtà piccola come la Lunigiana anche le opportunità scarseggiano: “i dati dicono che l’emigrazione giovanile dalle periferie o da luoghi più desolati nelle grandi città avvengono quasi sempre per una mancanza di opportunità e di servizi, che è figlia dei tagli da parte della politica” ha spiegato il giornalista, “nel piccolo luogo la mancanza di servizi inevitabilmente molto spesso provoca la chiusura di altri servizi”. È quello il momento di dimostrare una “maturità che chiederebbe la responsabilità di rivendicare il diritto in modo che i servizi non vengano tolti”. “Stiamo riscoprendo il valore del locale – ha concluso Cavalli – mi auguro che possa essere un insegnamento che possa continuare anche post-pandemia”. L’attività del clan proseguirà nelle prossime settimane con altri incontri, sempre sui canali social, con personaggi pubblici che diano la propria chiave di lettura sui giovani, per “costruire, mattone dopo mattone, il nostro muro”. (a.m.)