Ol’ga Sedakova, erede dei grandi poeti russi

Le è stato assegnato il Premio Lerici Pea alla carriera. “La pandemia ha messo a nudo i limiti dell’esistenza terrena”

Ol’ga Sedakova
Ol’ga Sedakova

Martedì 3 novembre, alle 12.25 ore italiane, nonostante l’emergenza covid, un lungo applauso, a canali unificati, ha accompagnato l’assegnazione a distanza del Premio Lerici Pea “alla Carriera” 2020 ad Ol’ga Sedakova, attualmente considerata la migliore poetessa russa contemporanea, erede della tradizione dei grandi poeti russi del ’900, profonda conoscitrice della nostra cultura letteraria, traduttrice e “dantista”. Sullo sfondo da una parte i modellini delle imbarcazioni dei famosi Cantieri Sanlorenzo della Spezia e dall’altra, nella sede dell’Ambasciata Italiana di Mosca, un richiamo al prossimo anno per il 700° anniversario della morte di Dante.
Lucilla Del Santo (Associazione Premio Lerici Pea Golfo dei Poeti) ha coordinato il prestigioso storico evento, ricco di interventi, che è iniziato alle 10.30, con diretta live sulla pagina facebook e sul sito del premio lericino fondato nel 1954. Ol’ga Alexandrovna Sedakova ha affermato: “Questo premio mi viene assegnato in un anno tutt’altro che felice. L’Italia come anche la Russia e tutto il pianeta attraversano una difficile calamità dalla quale per ora non si vede via d’uscita. Questo flagello mette alla prova la nostra umanità. La pandemia ha messo a nudo i limiti dell’esistenza terrena”.
Però la Sedakova, che riscopre in Dante il “cantore della speranza”, vede nella poesia una possibile via salvifica. Ol’ga Sedakova (nata a Mosca nel 1949) ha iniziato a scrivere fin dagli anni Sessanta, ma la sua produzione poetica è stata affidata in patria alla fortuna delle copie dattiloscritte di circolazione clandestina. Il suo esordio è avvenuto a Parigi nel 1986 ed ha pubblicato la sua prima raccolta in Russia soltanto nel 1990.
La sua voce è arrivata in Italia con l’antologia “Solo nel fuoco si semina il fuoco” (2008). I suoi autori di riferimento sono Puškin, i poeti russi dell’Avanguardia, Mandel’štam, Achmatova, Pasternak, Brodskij, Dante, Petrarca e Ungaretti.
Per leggere il “sommo poeta” in originale ha imparato la nostra lingua, ha trascorso mesi a Ravenna e sta lavorando ad una nuova traduzione in russo della “Commedia”, sostenendo che quella classica su cui si è formata (curata da Mikhail Lozinskij nel 1945) è un monumento accademico ma non restituisce la passione del testo e certe sfumature di senso.
Come si legge nelle motivazioni del Premio Lerici Pea: “Nella sua poesia si assiste ad una sorta di conversione, a una personale ricerca di “salvezza”, che collega e fonde la cultura classica (Omero, Dante, San Francesco d’Assisi, Rainer Maria Rilke) alle antiche fiabe russe e ai canti popolari e alle fonti bibliche, in una tensione etica e religiosa che ne regola i molteplici registri poetici. La sua ampia cultura ne alimenta i versi levigandoli e temprandoli; le metafore e il tono colloquiale fanno sì che le poesie assomiglino a delle parabole senza tempo o dove il tempo non conta, talvolta a delle preghiere.” La Sedakova è “una delle voci più intense della poesia contemporanea”.

(Marco Angella)