
Prima di metà settembre pronto il collegamento con la A15; quattro opzioni per il nuovo ponte sul Magra, mentre positive novità arrivano anche sulla viabilità ligure.

Sbloccata la nomina di Enrico Rossi a commissario per la ricostruzione dopo due mesi di polemiche, dubbi e lungaggini burocratiche, entrano nel vivo le operazioni per togliere Albiano Magra dall’isolamento conseguente alla caduta del ponte della Bettola. Un obiettivo, quello di ricongiungere Albiano alla Toscana, da raggiungere in due fasi. Nel breve periodo saranno le famose “rampe” provvisorie a consentire agli albianesi di uscire dall’isolamento. I tre progetti realizzati dall’ingegnere Giovanni Zammori sono stati presentati lunedì sera dal sindaco Roberto Valettini alla popolazione albianese riunita nel giardino della Croce Rossa. Il metro di giudizio su cui Amministrazione e gran parte dei presenti hanno convenuto è stato il “fare presto”. Per questo il sindaco pare orientato a scegliere il progetto realizzabile nei tempi più brevi possibili, per arrivare alla fine dell’isolamento prima che ricomincino le scuole: si tratterebbe, cioè, di realizzare due rampe parallele all’autostrada, una in entrata ed una in uscita, raccordate da un unico casello situato sotto il viadotto che attraversa Via della Repubblica. Ciò consentirebbe l’immissione in A15, direzione sud, per scavalcare il Magra, giungere a Santo Stefano e riconnettersi con la statale della Cisa. Ma l’obiettivo finale è il nuovo ponte, rispetto al quale Anas ha mostrato al sindaco aullese quattro possibili progetti; tutti prevedono la costruzione del nuovo viadotto 150 metri più a monte e l’innesto sulla statale della Cisa nei pressi del bivio per Caprigliola, dove dovrebbe sorgere una rotonda. Appare quindi tramontato il progetto di rotatoria di fronte al ponte crollato, con la demolizione della stazione ferroviaria dismessa e un nuovo imbocco per la comunale di Caprigliola. Positive novità arrivano anche dal fronte ligure della vallata. Sono in corso di ultimazione i lavori di asfaltatura della strada di cantiere provvisoria che permetterà, sulla provinciale della Ripa, il doppio senso di marcia e, conseguentemente, l’abolizione del semaforo che in questi mesi ha destato più di una polemica per le code che creava, soprattutto dopo che l’arteria è divenuta la via esclusiva di accesso e uscita da Albiano e dalla bassa Val di Vara. Non solo: dovrebbe partire a breve la costruzione di un casello autostradale sulla A12 Genova Livorno, all’altezza della zona industriale di Lagoscuro, a Ceparana, come auspicato dai sindaci della zona. La notizia, se confermata, rappresenterebbe una soluzione alle criticità della viabilità alla confluenza Magra-Vara: gli abitati di Albiano e di Santo Stefano verrebbero liberati dal traffico pesante che fino alla caduta del ponte era diretto al casello santostefanese e il nuovo ponte sul Magra verrebbe utilizzato prevalentemente dalla popolazione locale e dalla forza lavoro dell’adiacente zona produttiva.
(Davide Tondani e Roberto Ghelfi)
Un appello: valorizziamo il sito del ponte medievale

Se, come sembra, il nuovo ponte della Bettola risorgerà 150 metri più a nord di quello crollato, il nuovo manufatto sarà vicinissimo alle rovine dell’antico ponte medievale, costruito nel primi decenni del Trecento e crollato nel 1451. Quelle pile nascoste tra la vegetazione fluviale, non sono ruderi qualsiasi, ma un sito storico tra i più significativi dell’intera Lunigiana. Come ha ben spiegato Roberto Ghelfi (autore anche del bel disegno a fianco che rappresenta proprio il ponte medievale) su queste colonne (Corriere Apuano n. 18), il sito tra Albiano e Caprigliola, già percorso dalla viabilità preromana, in età romana rappresentò l’incrocio tra la strada Aurelia e la via consolare Parma – Luni; nell’epoca dei pellegrinaggi medievali il punto in cui dalla via Francigena dipartiva il Cammino verso Santiago de Compostela; oggi la congiunzione tra le statali Aurelia e Cisa. Se la valle del Magra e quindi la Lunigiana hanno sempre rappresentato l’anello di congiunzione tra l’Europa Occidentale e l’Italia Peninsulare, quel tratto di fiume e l’antica infrastruttura che lo attraversava sono il simbolo della vocazione passata e presente della Lunigiana ad essere luogo di transito, di uomini, di merci, di idee. Paradossalmente quelle rovine sono anche il simbolo della storica divisione della Lunigiana: se dal 1451 si è dovuto attendere il 1908 per avere un nuovo ponte, che con l’Italia finalmente unita, riaprisse storici cammini, è anche per il perpetuarsi di logiche feudali che resero per secoli la valle del Magra terra facilmente contendibile, come ci raccontano gli attuali confini regionali, testimoni di quella lunghissima stagione. Da queste considerazioni, una proposta: si colga l’occasione della costruzione del nuovo ponte e delle relative risorse economiche per valorizzare quel sito, da tempo vittima di un colpevole disinteresse; lo si renda visitabile e capace di raccontare la sua importanza; lo si illumini per evidenziare la contiguità tra passato e presente e per fare di esso una simbolica “porta sud” di una Lunigiana, terra di transito e di confine che guarda al futuro non rinunciando al suo passato. (D.T.)