
Annunciata in Consiglio, in via ufficiale, la demolizione della villa Ceppellini. Prevista la realizzazione anche di un parcheggio pubblico e di un’area ciclopedonale. La critica del consigliere Battaglia “c’è il rischio di perdere la memoria”

Un consiglio comunale che pareva in tono minore, almeno alla partenza, visto che i consiglieri presenti (sette) erano quelli minimi richiesti per garantire il numero legale. Poi la situazione è migliorata con l’arrivo del sindaco Lucia Baracchini e dell’assessore Clara Cavellini che, oltre a rimpinguare le file del consiglio, hanno donato alla seduta un tocco rosa, visto che erano le uniche donne presenti. Eppure, anche se in un tempo relativamente breve (poco più di un’ora), dal consiglio sono emersi alcuni aspetti interessanti. In particolare il punto più “succulento” all’ordine del giorno era senza dubbio l’approvazione della variante al piano di recupero dell’area dismessa dell’ex cementificio. Come abbiamo anticipato sul nostro giornale qualche settimana fa, è stata ufficializzata la decisione di abbattere villa Ceppellini, ovvero il rudere che si trova all’interno del perimetro dell’ex cementificio.

“Con questa variante siamo vicini a dire fine ad una lunga vicenda che ci vede davvero soddisfatti come amministrazione”, ha sottolineato nell’illustrare l’o.d.g. il capogruppo di maggioranza Jacopo Ferri. Il punto in oggetto prevede quindi la possibilità da parte della ditta privata che ha acquistato l’area, la società Aura Manghi di Fontanellato (Pr), di abbattere il vecchio edificio e di realizzarvi un capannone privato (probabilmente un magazzino) che si andrà ad affiancare al supermercato inaugurato due anni fa. Ma il capogruppo ha voluto evidenziare come nella variante ci siano altri punti rilevanti che, sottolinea, “possono avere un’importante ricaduta sull’area della SS. Annunziata e, di conseguenza, sull’intera città”. Come la realizzazione di un parcheggio pubblico da 30 posti “che può dare una risposta all’annoso problema del posteggio nella zona” e la realizzazione di una pista ciclopedonale illuminata “che permetterà la valorizzazione dell’area oltre a garantire il transito in sicurezza per i pellegrini della via Francigena”. Ma non solo, visto che, evidenzia Ferri, “permetterà di rendere nuovamente accessibile la chiesetta di San Lazzaro dall’entrata interna al perimetro dell’ex cementificio”. Opere a carico della società privata da concludersi entro due anni. Non polemico ma certo comunque critico l’intervento del consigliere di minoranza Umberto Battaglia. “Oggi si dice che si è chiuso un cerchio. È vero, ma personalmente avrei preferito cercare di far si che si salvaguardasse la memoria di quell’edificio che tanto significato ha avuto per la città”. E il consigliere ha materializzato questi concetti chiedendo se fosse possibile chiedere all’attuale proprietà di pensare alla realizzazione di un monumento che ricordasse l’esistenza dell’antica struttura.
Un appello in parte accolto dal sindaco (la quale ha ricordato che si era già cercato, senza successo, di interloquire su questa idea con la società) che ha ipotizzato l’idea di dare il via ad una raccolta di materiale (fotografico, video etc) che ricordi la presenza del Cementificio. La variante è stata poi approvata a maggioranza (7 voti) con l’astensione del consigliere di Open Pontremoli, Gregorio Petriccioli, e il voto contrario di Battaglia. Per chi si aspettava che la discussione vertesse sulla questione del “Malaspina” (a proposito della quale qui è visibile il comunicato di Ferri in risposta al comunicato di “Open Pontremoli”) non è comunque rimasto deluso perché il vicesindaco Manuel Buttini, nelle variazioni di bilancio, ha reso noto come l’amministrazione non abbia ancora rinunciato alla possibilità di realizzare il progetto di abbattimento e ricostruzione: quindi il potenziale finanziamento è stato iscritto a bilancio ma spostato avanti di un anno. Stesso discorso per il ponte Zambeccari (con un investimento di circa 350 mila euro) i cui lavori di ristrutturazione verranno realizzati nel 2020 a causa delle difficoltà legate ai servizi (gas, luce ed acqua) che transitano sotto il ponte: prima di procedere con l’opera “è stata necessaria una lunga trattativa con le aziende che si devono far carico di mantenere comunque attivi i servizi per il centro città”. (r.s.)