La Spezia accusa la Toscana: non vuole il raddoppio della Pontremolese

Il capoluogo ligure vuole il completamento del raddoppio ferroviario per sviluppare il traffico del porto. E arriva l’accusa verso Firenze “dalla Toscana c’è una sostanziale indisponibilità verso quest’opera”.

Un tratto della Pontremolese
Un tratto della Pontremolese

La Spezia vuole fortemente il completamento del raddoppio della ferrovia pontremolese per sviluppare i traffici del proprio porto e scende in campo con tutti i livelli istituzionali e i rappresentanti del mondo economico locale e intesse alleanze per ottenere il risultato: è quello che emerge dalla Biennale della logistica, “Bilog”, un meeting che due settimane fa, a SpeziaExpo ha messo insieme 300 esponenti dei massimi livelli del mondo del trasporto merci in 13 sessioni. Già oggi il porto ligure e il suo retroporto di Santo Stefano movimentano il 35% dei container con treni merci – la percentuale più alta tra i porti nazionali – e punta ad arrivare al 50. Ma per incrementare questi numeri l’ottocentesca ferrovia militare che rappresenta il naturale collegamento tra il mare Ligure e il Brennero necessita di essere potenziata. La linea, infatti, è già saturata dai convogli merci – quasi 20 al giorno nel 2014 – che costringono i treni passeggeri a lunghe fermate e conseguenti ritardi per dare precedenza ai lunghi treni container. L’obiettivo è completare il raddoppio da Fornoli a Pontremoli e da Osteriazza a Parma e costruire la nuova galleria di valico Pontremoli-Berceto che eviti le severe pendenze dell’attuale tracciato. Servono 2 miliardi di euro: tanti. E per questo Spezia cerca alleanze per fare pressione sul governo. Oltre a quella storica con Parma e il suo interporto, la biennale della logistica ha sancito l’intesa con Piacenza, ormai vera e propria capitale logistica del Nord Italia e quartier generale delle merci di Ikea, Amazon, Unieuro, Whirpool, per fare solo i nomi più importanti. La sindaca Patrizia Barbieri – stesso colore politico del presidente ligure Giovanni Toti e del primo cittadino e presidente della provincia di Spezia Pierluigi Peracchini – è esplicita: “La nostra regione ha porti strategici (Ravenna, ndr) ma è fondamentale lavorare anche con La Spezia, naturale sbocco a mare del nostro territorio”. E mentre intesse alleanze, cura anche la strategia. Carla Roncallo, presidente dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale (i porti della Spezia e di Marina di Carrara) l’ha delineata molto bene: “Il porto della Spezia è collegato al corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo attraverso la linea che transita per Pisa, Firenze e Bologna. Occorre lavorare per la revisione della rete Ten-T dei corridoi ferroviari per portare Rete Ferroviaria Italiana (RFI) a intervenire. L’azienda, infatti, negli investimenti dà priorità alle linee inserite nel corridoio europeo. Stiamo lavorando per l’inserimento della Parma – La Spezia nelle reti di trasporto europee attraverso l’interlocuzione con il Ministero dei trasporti, per poi rivolgerci alla Commissione europea”. Il patrocinio del Parlamento Europeo alla Biennale della logistica e la presenza di Iveta Radičová, coordinatrice UE per il Corridoio Mediterraneo, mostrano quanto questo lavoro sia già avanzato. Rimane da capire quanto la Toscana possa essere favorevole ad una revisione dei corridoi europei che penalizzi Pisa e Firenze. Dubbi non ne ha avuti Giorgio Bucchioni, presidente degli agenti marittimi spezzini e in passato presidente dell’Autorità Portuale, che ha accusato la Toscana – nel cui territorio passano 42 km di linea – di essere il nodo politico del raddoppio: “Rispetto a quest’opera c’è la sostanziale indisponibilità di quella Regione”. Le cronache di questi anni, fatte di silenzi, convegni disertati, impegno soprattutto dei parlamentari spezzini e parmensi per trovare i fondi per i nuovi cantieri, suffragano le accuse. Anche il presidente della Regione Liguria, Toti, intervenendo alla biennale della logistica, si è dichiarato per il raddoppio della Pontremolese, dicendo però che dal governo non sono arrivate risposte convincenti. Ma qui la cronaca si tinge dei colori della politica: pochi giorni dopo il meeting spezzino la ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli (anch’essa piacentina, ma su sponda politica opposta rispetto agli amministratori locali della Spezia e Piacenza, tutti del centrodestra), audìta in Commissione ambiente della Camera, ha annunciato che la linea ferroviaria Pontremolese entrerà tra le opere prioritarie del governo. Scontato il giubilo per l’annuncio del vicesegretario del Pd, il deputato spezzino Andrea Orlando, e di Legambiente, da sempre favorevole al raddoppio (anche se le criticità ambientali non sono assenti), rimane il dubbio che fino a quando non si parla di soldi, un inserimento nelle opere prioritarie, oggi come in passato, rischia di lasciare il tempo che trova.

Davide Tondani