
Si è tenuta ad Avenza, sul Vangelo di Giovanni
Dopo l’approccio ai testi di Luca e Marco, è il turno del Vangelo di Giovanni per il percorso diocesano dei “Gruppi di Ascolto della Parola”, approfondito nel corso della Tre Giorni Biblica alla parrocchia di Maria SS.Mediatrice ad Avenza, lo scorso 30-31 agosto e 1° settembre. Una iniziativa intensa, densa di riferimenti e suggestioni, per andare a comporre come in un mosaico le coordinate fondamentali del testo giovanneo, in particolare i primi dodici capitoli, denominati “il libro dei segni”. Infatti nei vari interventi che si sono succeduti si è andato a comporre come un mosaico, fatto di diversi aspetti; quello liturgico, quello più prettamente esegetico e teologico, quello narratologico e quello artistico-simbolico.
Ha aperto i lavori della Tre Giorni Biblica il venerdì pomeriggio il vescovo Giovanni, che ha ringraziato i partecipanti ai Gruppi di Ascolto per l’impegno, rinnovando la scelta come fondamentale e irrinunciabile nella pastorale diocesana. Poi è intervenuto don Pietro Pratolongo, preside della Scuola diocesana di formazione teologica, con una relazione sugli aspetti liturgici riferiti al vangelo di Giovanni, facendo notare che non è riservato al ciclo festivo come i sinottici, ma ogni anno è destinato a determinati tempi forti, in particolare al Triduo pasquale e al tempo di Pasqua: basti pensare che la liturgia della Domenica della Resurrezione ha sempre il brano (Gv 20, 1-9), con Pietro, Maria di Magdala e il discepolo amato, proprio perché il testo evangelico guida il cammino delle comunità ecclesiali, soprattutto dal punto di vista della celebrazione dei sacramenti. Il giorno successivo è intervenuto don Piergiorgio Paolini,docente emerito di Esegesi Biblica dello STI di Camaiore, che ha messo a fuoco come il testo di Giovanni abbia una finalità precisa per i suoi ascoltatori, cioè credere. Si tratta di un verbo chiave per l’evangelista, come dimostra la sua ricorrenza all’interno del vangelo, proprio ad indicare l’apertura al Dio che si rivela in Gesù. Ma come si giunge a credere? Attraverso la testimonianza dei profeti, attraverso la parola di Gesù e attraverso i segni, ha spiegato il relatore.Inoltre, nel corso della seconda relazione, Paolini ha spiegato la dinamica dei segni(semeion) che servono all’evangelista per comunicare una realtà che va oltre, per aiutare le persone a credere e non per attirare o stupire: il fine del credere è infatti unico, cioè la persona stessa di Gesù. Successivamente ci sono state due comunicazioni, a cura di don Simone Giovannella e di Chiara Mariotti, rispettivamente sull’incontro con Nicodemo e sul giudizio nel testo evangelico. La giornata del sabato è proseguita con lo svolgimento di due laboratori, molto partecipati. Un laboratorio teatrale, curato dal prof. William Cidale che ha drammatizzato l’episodio del cieco nato, e un laboratorio artistico coordinato da Roberto Ghelfi, sulla presenza dei testi giovannei nella storia dell’arte. La giornata conclusiva di domenica è stata aperta dalla celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Giovanni ed è continuata con l’intervento di don Alessandro Biancalani in merito al segno dei pani, contenuto nel capitolo 6. Dopo il segno della luce, è questo un altro segno caratterizzate il testo evangelico, perché ben rappresenta la realtà di Gesù, pane vivo disceso dal cielo, donato al mondo.
La Tre Giorni Biblica, organizzata dalla Commissione diocesana dei GdA, in collaborazione con la Scuola diocesana di formazione teologico-pastorale, ha rappresentato un momento particolarmente significativo alla ripresa delle attività pastorali dopo la pausa estiva. È lo stesso don Alessandro Biancalani che a caldo ha commentato la buona riuscita dell’iniziativa:« un tempo di grazia intorno alla prima parte del vangelo di Giovanni, caratterizzato dalla passione dei membri della Commissione Gda, l’attenzione di coloro che hanno partecipato, la disponibilità di coloro che ci hanno accolto nella parrocchia Maria SS. Mediatrice di Avenza. Un’esperienza di chiesa, un’esperienza dell’accoglienza di Gesù maestro che parla al suo popolo». (df)