
A Berceto una giornata con la storia recente di questo itinerario: mezzi d’epoca, una targa sul passo e un libro
Molto si sa delle strade che hanno collegato i due versanti dell’Appennino parmense attraverso i passi che si sono succeduti nel tempo nella zona della Cisa: quella romana soggetto di recenti e rinnovati studi che transitava per il monte Valoria; quella medievale che ben conosciamo come via Francigena (o di “Monte Bardone”); quella progettata da Napoleone ma conclusa da Maria Luigia di Parma. Molto meno, invece, si conosce della storia più recente della Statale n. 62, una infrastruttura alla quale hanno legato il proprio destino interi territori e generazioni di persone e diventata “marginale” dal 1975 quando venne inaugurata l’Autocamionale A15.

In anni recenti alcune pubblicazioni hanno affrontato il tema di questa strada e, di recente, un nuovo libro si aggiunge al repertorio. L’autore è Emilio Ratti – nato a Santo Stefano Magra e ora residente a Massa, ufficiale della “Folgore” in pensione – che ha voluto fissare i suoi “ricordi di un bambino degli anni ’60” nella pubblicazione “Cisa, camion e auto” che, non a caso, si presenta come un vero e proprio album della memoria, ad iniziare dal formato per finire alle centinaia di fotografie che illustrano il testo.

Memorie personali che diventano collettive, patrimonio di tanti che quella strada l’hanno percorsa nei lunghi viaggi dalle città del Nord alle spiagge del Tirreno, ma che ha soprattutto svolto un ruolo “economico”.
E non a caso il libro ha il patrocinio dell’Associazione Italiana Trasporti d’Epoca: perché la Cisa è stata la strada del “lavoro”. Quella dei pendolari, quella dei rappresentanti, soprattutto quella degli autisti: di camion o di corriere che fossero.
Così, sabato scorso 18 maggio, tra Berceto e la Cisa, l’Associazione ha organizzato una giornata che ha scaldato i cuori di tanti vecchi camionisti e degli appassionati di camion e corriere storiche, con anche una ventina di mezzi d’epoca: alcune vetture FIAT, degli autocarri “leggeri”, una corriera degli anni ‘60 ed una quindicina di prestigiosi e ormai rari autocarri “pesanti” degli anni ‘50 e ‘60 come i Lancia “Esatau” ed il glorioso FIAT 682 che qualcuno ha definito “il miglior autocarro della storia dei trasporti di tutto il mondo”.

Da Berceto la colonna, scortata dalla Polizia e dai Carabinieri, è partita per il valico dove il sindaco, Luigi Lucchi, e il presidente dell’A.I.T.E. Roberto Cabiati, hanno inaugurato, presso l’antica dogana del valico, una targa in onore e ricordo dei camionisti e degli autisti di corriere transitati da lì dall’inizio del secolo. Targa che ricorda anche i collaudatori della OM-IVECO di Brescia che, facendo base a Pontremoli per circa 15 anni, sulla Statale della Cisa effettuarono una serie di test e attività di sperimentazione per fornire ai mezzi di produzione nazionale comfort, prestazioni e sicurezza di eccellenza.
A Berceto, nel pomeriggio, il sindaco ha salutato e ringraziato tutti i convenuti esprimendo i suoi sentimenti di affetto e riconoscenza a Cabiati ed al gen. Emilio Ratti che ha presentato il suo libro davanti ad una sala consiliare gremita e con tante persone che hanno portato le loro testimonianze. L’autore ha raccontato anche vicende storiche e aneddoti personali vissuti sugli antichi tornanti e illustrato i capitoli inerenti la storica corsa automobilistica Parma-Poggio di Berceto e quello che descrive, con immagini antiche e moderne, la Cisa dal km 0 di Sarzana fino al km 93 a Fornovo.
Una serie di immagini “ieri e oggi” che hanno fatto rivedere a tutti i presenti che su quella strada transitarono o che su di essa vivevano o lavoravano un tempo ormai andato per sempre ma che tutti portano ancora nel cuore.