Chiuso il Cas attivo nel Seminario di Pontremoli dal 2014

Dal 28 febbraio si è conclusa l’esperienza di accoglienza dei rifugiati richiedenti asilo del Centro di accoglienza straordinaria (Cas)

L'ingresso del Seminario di Pontremoli
L’ingresso del Seminario di Pontremoli

Si è conclusa, giovedì 28 febbraio, l’esperienza di accoglienza di rifugiati richiedenti asilo del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) aperto nel seminario minore di Pontremoli ormai quattro anni e mezzo fa. Era infatti l’estate del 2014 quando, su iniziativa di Caritas diocesana, per mandato del Vescovo, mons. Giovanni Santucci, furono avviati una serie di incontri per sensibilizzare, in primis, la Chiesa diocesana e quella pontremolese in particolare a rendersi disponibili ad avviare un’azione di accoglienza di migranti come gesto concreto di apertura a fronte della situazione di emergenza che nei mesi precedenti aveva toccato momenti di grande difficoltà. L’idea-progetto era stata presentata il 15 luglio nell’incontro vicariale del clero, nel corso del quale si ritenne opportuno indire un incontro a livello cittadino per chiarire i termini della proposta, anche a fronte dei primi commenti in risposta al diffondersi di voci che anticipavano l’iniziativa. All’incontro, tenutosi in Seminario il 22 luglio, si ebbe una nutrita partecipazione di rappresentanti delle varie associazioni. Il direttore di Caritas diocesana, Almo Puntoni, ebbe modo di presentare il progetto, che prevedeva l’accoglienza, nell’ala ovest del Seminario in alloggi debitamente predisposti, di 23 uomini dai 20 ai 30 anni in attesa di essere convocati dalla commissione territoriale regionale deputata a concedere o negare lo status di rifugiato politico o di soggetto bisognoso di assistenza umanitaria. Associazioni e singoli erano chiamati ad esercitare un’attività destinata ad un duplice scopo: aiutare ad accogliere i rifugiati e contribuire a creare attorno a loro un clima di apertura.

Una delle sale studio all'interno del Seminario di Pontremoli
Una delle sale studio all’interno del Seminario di Pontremoli

La fase preparatoria si estese in altri due incontri, nel corso dei quali venne definita in modo dettagliato l’attività prevista, si raccolsero le disponibilità concrete delle associazioni e si decise per la costituzione di un comitato di coordinamento di tutte le iniziative che avrebbero potuto nascere attorno all’esperienza: dalla gestione della permanenza dei rifugiati, ai viaggi a Firenze, ai corsi di italiano, alle altre attività che avrebbero potuto essere avviate. In particolare, nel 2017, Comune, Circolo ANSPI e Seminario misero a punto il progetto “Pontremoli accoglie 2017” (cui fa riferimento la foto con il momento della firma in comune dei vari soggetti coinvolti) per impegnare gli ospiti in piccoli lavori volontari di pubblica utilità, con l’obiettivo di favorire una maggiore integrazione dei rifugiati con l’ambiente in cui si trovavano a vivere. Inutile nascondere che proprio quello dell’integrazione è il problema rimasto insoluto in questi anni di attività del Cas. Diverse sono state le attività messe in pratica in tempi diversi, importante la disponibilità di un buon gruppo di volontari, ma ciò che è mancato è stato proprio l’atteggiamento di accoglienza da parte della comunità civile ed ecclesiale per far sentire meno “estranei” i giovani che si sono alternati in questi anni nel locali del Seminario. Nel corso del tempo gli ospiti sono aumentati di numero, sono cambiati i termini burocratici dei Cas ed è cambiata anche la modalità di coinvolgimento dei soggetti originari. Nell’ultimo anno, con il cambiamento della normativa di settore, si è avviata una forma di collaborazione tra il Seminario e la cooperativa Casa Betania. Poi, nelle ultime settimane, dopo l’ulteriore cambiamento delle regole operato dal governo, anche questa forma di collaborazione è diventata impraticabile e si è cominciato a parlare di chiusura del Centro e, quindi, di conclusione dell’esperienza di accoglienza in seminario. Di questo è giunta conferma nella giornata del 28 febbraio, con il conseguente trasferimento degli ospiti in altre strutture. a.r.