Dieci milioni di “ piccoli schiavi invisibili ” nel mondo

Secondo il rapporto di “Save the children”  è in crescita anche in Italia lo sfruttamento dei minori

31Bambini_SenegalNel mondo vi sono 10 milioni di ” piccoli schiavi invisibili ”, bambini e adolescenti costretti a prostituirsi, a lavorare in condizioni di sfruttamento, esposti ad abusi. Un fenomeno sommerso che non risparmia nemmeno l’Italia. È la situazione documentata nel rapporto di Save the Children “Piccoli schiavi invisibili 2018”, in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani celebrata il 30 luglio.
Il numero sopra indicato è pari al 25% del totale delle persone in questa condizione, oltre 40 milioni, di cui più di 7 su 10 sono donne e ragazze. Circa 1 milione, secondo le stesse stime, i minori vittime di sfruttamento sessuale nel 2016, mentre in cinque anni – tra il 2012 e il 2016 – 152 milioni di bambini e ragazzi tra i 5 e i 17 anni sarebbero stati coinvolti in varie forme di lavoro minorile, di cui oltre la metà in attività pericolose per la loro stessa salute.

Le parole del Papa: crimine contro l’umanità

Al termine dell’Angelus di domenica, riferendosi alla Giornata Mondiale contro la tratta di persone promossa dalle Nazioni Unite, Papa Francesco ha ricordato ai fedeli in piazza S. Pietro che “questa piaga riduce in schiavitù molti uomini, donne e bambini con lo scopo dello sfruttamento lavorativo e sessuale, del commercio di organi, dell’accattonaggio e della delinquenza forzata. Anche qui, a Roma. Anche le rotte migratorie sono spesso utilizzate da trafficanti e sfruttatori per reclutare nuove vittime della tratta. È responsabilità di tutti denunciare le ingiustizie e contrastare con fermezza questo vergognoso crimine”.
08papa_CongoParole simili aveva espresso qualche tempo fa, incontrando in Vaticano i partecipanti alla IV Giornata mondiale di preghiera e riflessione sullo stesso tema: “Da parte mia, non ho mai perso occasione per denunciare apertamente la tratta come un crimine contro l’umanità. È una vera forma di schiavitù, purtroppo sempre più diffusa, che riguarda ogni Paese, anche i più sviluppati, e che tocca le persone più vulnerabili della società: le donne e le ragazze, i bambini e le bambine, i disabili, i più poveri, chi proviene da situazioni di disgregazione familiare e sociale. Ho anche detto che occorre una presa di responsabilità verso quanti sono caduti vittime della tratta, per tutelarne i diritti, per assicurare l’incolumità loro e dei familiari, per impedire che i corrotti e i criminali si sottraggono alla giustizia ed abbiano l’ultima parola sulle persone”.

In Italia emerge alla frontiera di Ventimiglia il fenomeno del cosiddetto survival sex, ovvero delle minorenni in transito, provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dai Paesi dell’Africa sub-sahariana, che vengono indotte a prostituirsi per pagare i passeurs per attraversare il confine o reperire cibo o un posto dove dormire.
Al 31 maggio 2018, 4.570 minori hanno abbandonato le strutture di accoglienza nel nostro Paese e risultano irreperibili. L’ingresso nell’invisibilità espone i minori in transito a rischi notevoli.
Tra le ragazze nigeriane che giungono via mare in Italia – emerge dal rapporto – 8 su 10 sarebbero potenziali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale, un numero che ha fatto registrare, tra il 2014 e il 2016, un incremento del 600%. Nel corso del 2017, secondo i dati del Dipartimento per le Pari Opportunità, le vittime minorenni inserite in programmi di protezione sono state 200 (quasi il doppio rispetto all’anno precedente), di cui la quasi totalità – 196 – sono ragazze.
“E’ inaccettabile che nel nostro Paese bambine e adolescenti finiscano nella rete di sfruttatori senza scrupoli, vittime quotidiane, sulle strade delle nostre città, degli abusi perpetrati da coloro che invitiamo tutti a non chiamare più ‘clienti’”, afferma Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di “Save the children”. Secondo il rapporto dell’organizzazione, i casi emersi di lavoro minorile nel nostro Paese nel 2017, riguardanti sia minori italiani che stranieri, ammontano a 220; ma questa non è che la punta di un iceberg di un fenomeno sommerso.
In particolare, oltre il 70% delle violazioni riguarda il settore terziario, ossia nei servizi di alloggio e ristorazione, nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, in agricoltura e in attività manifatturiere. La maggior parte sono ragazzi egiziani, che vogliono lavorare per inviare i soldi a casa e ripagare il debito contratto per il viaggio.
Per questo tendono ad abbandonare precocemente il sistema di accoglienza e si espongono al rischio dello sfruttamento lavorativo per compensi che raramente superano i 300 euro mensili. In tali condizioni di sfruttamento, è purtroppo facile essere coinvolti forzatamente in attività illegali, come spaccio e furti, o assumere mix di cocaina, crack e farmaci a base di benzodiazepine per sostenere turni lavorativi massacranti.