
Presentato l’8 marzo a Filattiera, bel “Centro” di Sorano il libro della giornalista e scrittrice Maddalena Baldini
Un libro dedicato a chi ha il coraggio di amare: questo è stato l’incipit dell’introduzione, che lo storico e antropologo Riccardo Boggi, ha dedicato all’ultimo romanzo di Maddalena Baldini “L’estate della pioggia” (Armando Editore) che è stato presentato ufficialmente sabato scorso alla Pieve di Sorano di Filattiera.
Un luogo scelto non a caso, visto che nonostante la Baldini, giornalista e scrittrice, viva ormai da anni a Milano, mantiene stretto il legame con il suo paese natale, come dimostrano le numerose partecipazioni alle varie attività culturali del comune soprattutto nel periodo estivo. Ed ulteriore dimostrazione di questa connessione si è avuta nel fatto che a fianco a Boggi, nella presentazione del libro, la Baldini ha voluto due professori dei suoi anni del liceo, la professoressa di filosofia Paola Bianchi e di letteratura Davide Grassi.
Un libro che, come ha raccontato la stessa autrice, prende spunto da una storia vera, con la protagonista Ancilla “che ho conosciuto quando ero ancora una bambina e che viveva nella casa dei miei nonni paterni. Ricordo questa donna anziana con le trecce lunghissime che le scendevano lungo la schiena. Una donna che è stata fedele tutta la vita ad un amore purtroppo finito male come racconto nel romanzo. A testimonianza di questo nella casa ci sono ancora i lenzuoli e il corredo di un matrimonio mai celebrato”.
A permetterci di entrare nella storia è un odore nauseabondo che tormenta la protagonista e che resterà nelle narici di chi perderà il senno per amore. Attorno alla figura di Ancilla, nel romanzo ruotano poi altri personaggi femminili originali e diverse tra loro, come l’amica della vita, Edda, e la vicina casa, Polonia. Una storia di immagini, di fatti che si susseguono nel caldo di un’estate che non dà tregua al corpo e agli animi.
E proprio le figure femminile sono le protagoniste del racconto della Baldini come ha evidenziato la professoressa Bianchi “è una storia di donne e delle donne. Maddalena riesce a rendere bene la loro disponibilità e la loro gentilezza, sempre senza chiedere niente in cambio. Purtroppo, come capita anche oggi, ci sono storie di donne che amano tantissimo e che vengono deluse”.
Un romanzo quindi delle forti tinte femminili, tante che ai personaggi maschili non viene neanche attribuito un nome “una scelta forte – ha sottolineato il professor Grassi – perché il nome è l’identità stessa di un personaggio. Ma del resto gli uomini di questo romanzo sono delle figure carenti: sia il Maresciallo che rappresenta la parte alta della società, sia il contadino che rappresenta l’anima popolana. Entrambi si dimostrano inadeguati e tutti e due compiono delle scelte sbagliate”.
Ma senza “spoilerare” troppo della trama del libro, Grassi si è poi incentrato sull’aspetto linguistico del romanzo evidenziando come “l’uso della lingua italiana c’è tutto”. Si finisce un capitolo e si vuole andare immediatamente al successivo. Un libro non banale e documentato anche sulla vita contadina dei primi anni del Novecento.
Ha condiviso l’analisi del professore, anche Boggi che ha sottolineato come “questo libro sia una poesia, un romanzo da cui ti dispiace separarti una volta terminato”. Ad introdurre la presentazione la sindaca di Filattiera, Annalisa Folloni che ha fortemente voluto “che questo libro fosse presentato proprio nel giorno della Festa delle donne per il suo messaggio. Un libro che mi ha conquistato e che mi ha permesso di fare un tuffo nel mio passato e che ben rappresenta la nostra comunità”.
(Riccardo Sordi)