Parco Appennino: una risorsa e una vera opportunità

Una struttura con pochi dipendenti che si affida ai Comuni per la gestione degli interventi. Nel 2025 previsti 182 progetti finanziati con venti milioni di euro

“Venti milioni di investimento per il 2025? Possono sembrare tanti, ma ne vorremmo molti di più…”, parola di Giuseppe Vignali, direttore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano che ha illustrato l’attività dell’Ente nel recente incontro di Pontremoli convocato dalla locale sezione del CAI con il Comune.
“Il Parco può contare su una struttura amministrativa molto leggera: pochi dipendenti, alcuni dei quali in condivisione con Comuni o Unioni di Comuni – spiega – con i quali cerchiamo di intercettare finanziamenti ovunque sia possibile per realizzare progetti a favore dei tredici Comuni del Parco”.
Indispensabile cercare risorse non ordinarie, perché il Ministero mette a disposizione del Parco circa 1,8 milioni di euro ogni anno: denaro che si moltiplica per cinque e anche per dieci volte come è il caso dell’anno in corso che vede l’Ente parco impegnato in 182 progetti. “Con i nostri pochi dipendenti non possiamo gestire una così grande mole di lavori – aggiunge Vignali – e allora ne affidiamo la gestione ai Comuni e alle Unioni. Questo ci permette moltiplicare finanziamenti, progetti e risultati”.
Tante le attività in cantiere: da quelle tradizionali di gestione della sentieristica in convenzione con le sezioni del Club Alpino Italiano, a quelle più innovative come la vendita dei crediti di sostenibilità alle aziende di città e pianura: con la gestione di 30.000 ettari di bosco dell’Appennino quest’anno il Parco riesce a garantire 300mila euro ai proprietari: “non sono molti – dice ancora il direttore – ma nemmeno pochi se si pensa che sono entrate aggiuntive, una integrazione al reddito”.

Una suggestiva immagine dei prati di Logarghena con le giunchiglie in fiore (Foto Lunigiana World)
Una suggestiva immagine dei prati di Logarghena con le giunchiglie in fiore (Foto Lunigiana World)

Ci sono poi i progetti di educazione ambientale, quelli per le aree umide, la manutenzione e la ricostruzione dei muretti a secco, le Vie Storiche (quest’anno con interventi sulla Via Matildica e sulla Via del Volto Santo), ma anche i contributi ai Comuni per interventi quali l’efficientamento energetico degli edifici pubblici (Filattiera, ad esempio ha utilizzato il contributo per rimettere a nuovo la scuola del capoluogo).
Ma ci sono anche progetti straordinari e ambiziosi come quello di dare nuova vita alla ex base Nato ai 1.520 metri del Monte Gioco nel territorio comunale di Comano e per la quale il Parco è in attesa della concessione da parte del Ministero.
Di notevole interesse anche gli interventi per il ripristino delle praterie negli alpeggi dell’Appennino; come è facile verificare da Logarghena al fivizzanese i prati stanno scomparendo, riconquistati dagli arbusti e dal bosco: un progetto complesso, come lo stesso Vignali ha ammesso, perché il problema non è solo il ripristino, quanto soprattutto il mantenimento e per questo i soggetti interessati al progetto (dal Parco a Legambiente, a Comuni e Unioni) stanno cercando la collaborazione dei pastori. Senza dimenticare il progetto per la salvaguardia e la reintroduzione degli insetti impollinatori con una serie di interventi che comprendono anche sinergie con gli agricoltori impegnati nel rinnovo delle essenze esistenti nei prati.
Gran parte dei progetti sono, ovviamente, riservati ai territori dei tredici Comuni che fanno parte del Parco; ma ci sono attività che coinvolgono anche gli altri. Tra le più significative c’è quella che rientra nel Programma Unesco “L’Uomo e la Biosfera” (MAB), che mira a creare una base scientifica per il miglioramento del rapporto tra le popolazioni e il loro ambiente. Partita nel 2015 con 36 Comuni, oggi quelli aderenti alla MAB sono saliti a 80: tra loro anche tutti quelli della Lunigiana, quindi anche quanti non fanno parte del Parco ma ai quali vengono assegnati periodicamente piccoli finanziamenti per svolgere alcune specifiche attività.

Paolo Bissoli