L’atteso (per trent’anni) ritorno di Alex e Aidi

Se siete stati giovani negli anni ‘90 è il libro che fa per voi. Se siete nati prima o dopo, pazienza, godrete solo a metà (giusto per citare una pubblicità dell’epoca). Il libro è “Due” di Enrico Brizzi (Harper Collins, 2024 con una bellissima copertina disegnata dall’illustratore Alessandro Baronciani), l’insperato seguito, ad esattamente 30 anni di distanza, di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, romanzo culto di una generazione.
Brizzi, con un sorprendente coraggio (il flop o la “cagata pazzesca” – perdonate l’aulica citazione del ragionier Fantozzi – erano più di un rischio) riprende “la maestosa storia d’amore” tra Alex e Aidi esattamente da quell’estate dell’anno domini 1992: lei in partenza per gli Stati Uniti, lui a Bologna appena terminata la quarta liceo.
Chi, giovane allora e ormai oggi alla soglia dei cinquanta (come lo stesso Brizzi), si aspettava il racconto dell’età adulta dei due protagonisti deve invece prepararsi ad un prodigioso e inaspettato salto nel passato. “Non sfuggirà – precisa nelle prime pagine la voce narrante – che determinate citazioni, nomenclature e codici di geometrie esistenziali riflettono l’estrema gioventù dei protagonisti”.
Insomma si torna proprio a quegli anni là con Kurt Cobain che cantava Come as you are, lo slang dell’epoca, i piatti in “silver plate”, il libri di Tondelli, Manu Chao e Robert Smith che canta “Friday I’m in love”.
Torna anche il linguaggio di Jack Frusciante e l’abilità del cantastorie Brizzi nel raccontare tra neologismi, “bolognesismi” e termini gergali mutuati dalla cultura pop, un’epoca, trent’anni dopo, con la leggerezza e anche le “smaronature” di un adolescente di allora. Senza spoilerare troppo: alla voce del narratore onniscente ed a quella del protagonista Alex D. con il suo archivio magnetico si aggiunge anche il punto di vista di Adelaide che, sola nella Pennsylvania profonda, tiene un diario.
Ritroviamo Alex, novello Girardengo solo più basso e rock, che soffre rinchiuso nella sua camera per la lontananza dell’eterea Aidi. Solo l’insistenza del “Le Anatre di Central Park”, gloriosa band di liceali, riuscirà a scuoterlo.
Per capire come va a finire tra i due si dovrà passare per un Interrail, interurbane costose e lettere che non arrivano, feste della Bologna bene ed esami di riparazione e maturità. Quasi gli ingredienti di uno dei tanti “romance” che piacciono agli adolescenti di oggi e “Due”, forse, piacerà anche a loro.
Il bello però non è né la trama, né come va a finire: è proprio tornare ad essere per la durata di 200 e rotte pagine “quelli di quei tempi là”. E arrivare magari a chiedersi come suggerisce nel libro Manuel, professore di filosofia del vecchio Alex (e forse su alter ego adulto): “Valgono ancora le regole che ti eri dato da ragazzo, quando nessuno poteva ricattarti? Sei rimasto fedele a quello che ti faceva sentire libero come l’aria?” .

Chiara Filippi