
Il 28 febbraio si è svolta la 15.ma edizione del convegno in memoria di mns. Taliercio: tema di quest’anno “Costruire un futuro partecipato”. Numerosi gli interventi animati dal pensiero di Vittorio Bachelet
“Dobbiamo essere, in questa società inquieta e incerta, una forza di speranza e perciò una forza positiva capace di costruire nel presente per l’avvenire”. Questo pensiero di Vittorio Bachelet ha animato la XV edizione del convegno diocesano intitolato “Costruire un futuro partecipato”, dedicato alla memoria di mons. Giuseppe Taliercio, organizzato dall’Azione Cattolica e dalla Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, venerdì 28 febbraio nella sala dell’Autorità Portuale a Marina di Carrara.
Sabrina Castagnini, presidente di AC, nel discorso introduttivo ha ricordato don Taliercio e ha letto la lettera-saluto del vescovo fra’ Mario, compiendo poi una sintesi del percorso protrattosi per un anno caratterizzato da numerose tappe e tavoli di lavoro, che hanno coinvolto un’ampia varietà di persone del territorio.
L’ingegnere ambientale e guida turistica di Sigeric, Pierangelo Caponi, ha trattato il tema del turismo, sottolineando come deve essere vissuto, compreso dalle comunità locali che lo vivono altrimenti ne sono conosciuti solo gli aspetti negativi. In tal senso operano le “cooperative di comunità”, un qualcosa che vede il modello di impresa unito alla dimensione di paese. Il turismo è un prodotto da vendersi e quindi come tale deve raccontarsi.
Fondamentale rimane la veridicità della sua presentazione, che a volte viene snaturata e piegata ai desiderata del mercato cui si rivolge. È chiaro che alcune forme di turismo non possono rimanere invariate nel tempo, ma devono ricevere nuova linfa se non vogliono raccontare realtà da museo etnografico.
Al contempo devono essere evitato un “turismo per fasce sociali”, perché le bellezze della natura devono essere fruibili da tutti. Sul tema invece “Educazione e formazione” ha riferito il professore Lorenzo Dell’Amico.
La situazione della zona locale è simile a quella nazionale con il raccordo fra mondo della scuola e mondo del lavoro poco funzionante in quanto essa non sempre sa creare i presupposti per aiutare I ragazzi ad inserirsi contesto occupazionale che li aspetta. La scuola deve aiutare ad acquisire le capacità per arrivare a ripensare un proprio progetto. A tal fine occorre che scuola, mondo del lavoro, associazioni, mondo del volontariato collaborino per creare situazioni in cui ai ragazzi siano aperte nuove finestre siano artistiche, sportive, culturali.
Fondamentale sarà il coinvolgimento dei ragazzi per evitare il rischio che rifiutino il progetto considerandolo confezionato da altri.
Carlo Del Monte in seguito è intervenuto su “Industria e Infrastrutture”, (il prof. Volpi in scaletta non ha potuto partecipare per una emergenza familiare) sottolineando come esse si riallaccino alle altre tematiche precedenti, dato che il primo impegno nello specifico riguarda la formazione globale dei giovani finalizzata alla creatività e all’impegno giovanile.
Il territorio locale deve essere considerato come una realtà unica dove le diversità non portino alla divisione, ma ad una visione condivisa per il bene della collettività. Un’opportunità per la zona industriale, penalizzata dalle mancate bonifiche, ingolfata dall’accentramento demografico, non supportata da adeguate infrastrutture, potrebbe essere l’integrazione con un servizio alle zone interne a loro volta coinvolte in un futuro nell’industria. Rimane da individuare una realtà che possa coordinare le varie strategie.
Ha concluso la serata Alessandro Conti, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, confermando l’impegno di portare avanti, con questa attività di lettura del territorio in modalità sinodale lasciando aperto coinvolgimento di tutte le realtà territoriali affinché tutte possano liberamente confrontarsi e cercare soluzioni.
Paola Chiordi