La festa liturgica di Sant’Antonio Abate

Venerdì 17 gennaio nella Cappella dell’Ospedale di Pontremoli

Ogni anno la festa liturgica di Sant’Antonio Abate riporta alla memoria quella tradizione che, complice la vita contadina del nostro territorio lunigianese, vedeva i parroci recarsi a benedire le stalle, luoghi che simboleggiavano la “vita” e il ristoro per quegli animali che condividevano la quotidianità delle fatiche con chi si occupava della coltivazione delle campagne.
La festa di questo grande santo ricorda inoltre la peculiare importanza della presenza dei nostri ospedali di Pontremoli e Fivizzano, che celebrano Sant’Antonio come loro patrono. In questa circostanza, venerdì 17 gennaio, il nostro conterraneo mons. Alberto Silvani (vescovo emerito di Volterra) ha presieduto la S. Messa in entrambi i nosocomi.
A Pontremoli, sotto la guida del seminarista Raffaele, hanno concelebrato con lui il can. Sergio Simoncelli – salutato e ringraziato con affetto dal vescovo Alberto per l’impegno costante con cui svolge il suo ruolo di cappellano ospedaliero – il can. Lorenzo Piagneri e don Giovanni Perini.
Significative le parole pronunciate dal celebrante che ha ricordato come Sant’Antonio possa essere considerato uno dei più fermi oppositori del male e uno dei padri del monachesimo orientale. Questo ha permesso di sottolineare quanto, nel corso del tempo, la missione dei monaci si è rivelata fondamentale sia dal punto di vista religioso sia da quello curativo perché, oltre l’attenzione alla preghiera e grazie al grasso dei suini, si occupavano anche di curare le malattie delle persone.
È proprio da questo fatto che nasce l’invocazione di Sant’Antonio abate come patrono degli animali.
Al termine della celebrazione don Sergio ha rivolto parole di ringraziamento a quanti lavorano nell’ospedale e a tutto quel personale che, con disponibilità, si prende cura dei malati. Quindi come da tradizione ha avuto luogo la premiazione per quanti hanno raggiunto la pensione nell’ultimo anno solare.

Fabio Venturini