In ricordo di Tonino: il  prezioso lascito nella storia de il Corriere Apuano
La gratitudine e la riconoscenza che si fa “Memoria del Cuore”
Un momento di “relax” con alcuni storici componenti della redazione del Corriere Apuano
Tonino in un momento di “relax” con alcuni storici componenti della redazione del Corriere Apuano

Ad un anno dalla scomparsa del direttore del nostro settimanale, Tonino (così affettuosamente chiamato da tutti) Ricci, nel vuoto lasciato dalla sua partenza terrena, è forte il desiderio di ripercorrere il lungo tratto di strada condiviso non solo sulle pagine de “Il Corriere Apuano” ma nella quotidianità, con il valore aggiunto del volersi bene.

I ricordi si affastellano nella mente e, scaldano il cuore, ed ecco allora la bellezza dello stare insieme, del parlare, del discutere in modo corretto, il predisporre articoli con costante occhio di riguardo nei confronti dei lettori, le pacche sulle spalle che davano il coraggio di tirare fuori anche i problemi personali nella consapevolezza che non ci sarebbe stato nessun giudizio. Come poi scordare i momenti allegri, distensivi, conviviali magari accompagnati dal suono della chitarra (che tanto piaceva a Tonino). Legami amicali talmente profondi da equiparare, o addirittura superare, quelli parentali.

Una redazione caratterizzata da passione ed intelligenza
Con questa vignetta Gianpiero Brunelli si immagina un "Bollettino del Paradiso" composto da alcuni storici ed indimenticabili direttori e giornalisti de Il Corriere Apuano. Da sinistra: Giulio Armanini, Antonio Ricci, Antonio Zanni e don Pietro Tarantola.
Con questa vignetta Gianpiero Brunelli si immagina un “Bollettino del Paradiso” composto da alcuni storici ed indimenticabili direttori e giornalisti de Il Corriere Apuano. Da sinistra: Giulio Armanini, Antonio Ricci, Antonio Zanni e don Pietro Tarantola.

Era il 1975 quando, giovane maestra, venni invitata ad entrare nella famiglia del settimanale diretto da Don Pietro Tarantola (già mio insegnante di Religione alle Media). Accettai titubante, conscia dei miei limiti e completamente “digiuna” della carta stampata. Con l’entusiasmo giovanile, affiancai per un po di tempo il parroco di Pieve di Bagnone, Don Oppi, che raccoglieva notizie di tutto il bagnonese: feste religiose e civili, tradizioni, matrimoni, necrologi… alimentando la passione ed il desiderio di rendermi utile alla mia Vallata e a quell’esercito di “barsan”, e non solo, che avevano ne “Il Corriere Apuano”, il “trait d’union” fra le città del Nord e la Lunigiana. Ebbi quindi il dono di incontrare quel gruppo che dal ’70 si costituì come Redazione.

Persone caratterizzate da intelligenza vivace, sana curiosità di carpire le novità trasformandole in notizie. Don Pietro non ne era solo il direttore ma, in primis, il padre che sapeva, con autorevolezza, spronare, redarguire, nel momento opportuno, supportare con costante visione cristiana nel mondo. Conobbi così Giulio Armanini, altro indimenticabile direttore, Tonino, Antonio Zanni, nel cui abbraccio fraterno mi sentivo persino “importante”.

Tonino e la sua guida del Corriere Apuano

Tonino Ricci ha guidato il giornale dal 1999 fino alla fine dei suoi giorni testimoniando, nel calvario della malattia, l’abbandono alla volontà del Padre. Il carattere gioviale lo rendeva “tessitorie di armonia”. Sapeva, in qualsiasi momento, calmare le “acque agitate” quando la voce si alzava trasformando gli scontri in riflessioni costruttive. Attento a collegare la lettura delle tante situazioni politiche nazionali, internazionali e locali con correttezza ed onestà intellettuale.

è sempre stato fedele ai tre poli che hanno caratterizzato la sua esistenza: la famiglia, costruita con Anna ed arricchita dai figli Pierpaolo e Giacomo; la scuola, dove ha profuso energie creative e capacità professionale e la fede. Un educatore con coriacea etica cristiana senza invadere le scelte altrui. Un direttore che mai ha voluto accanto dei “sudditi” ma dei collaboratori che sapeva mettere a proprio agio. Puntiglioso, preciso, refrattario alla sterile polemica con profonde radici in quella Chiesa profetica del post Concilio. Una vita spesa per il servizio, anche nel meraviglioso mondo del volontariato. Ed allora la gratitudine si fa riconoscenza. E la riconoscenza “Memoria del Cuore”.

Ivana Fornesi