Il granducato di Toscana  primo al mondo  abolì la pena di morte
Il granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena

Il 30 novembre Firenze,e la Regione hanno vissuto una giornata con uno speciale programma: hanno celebrato la Festa della Toscana. Il motivo è splendido. Il granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena governò dal 1765 al 1790, sovrano anche del territorio dell’alta val di Magra, Zeri, Fivizzano e la Lunigiana orientale, abolì la pena di morte: era il 30 novembre 1786, primo sovrano al mondo.
Fu cancellata definitivamente con “legge perpetua”. La motivazione è che “lo scopo a cui si ispira la società nella soppressione dei crimini impone di non usare né la condanna capitale né la tortura”. Fu abolita anche la pena della confisca dei beni del condannato, in quanto che essa colpisce la famiglia che non ha complicità del delitto”.
La Festa è di istituzione recente, è giunta alla venticinquesima edizione, prima della pandemia in Toscana era celebrata con una giornata di vacanza. Ora si riparte con programmi mirati su particolari aspetti.
Per il 2024 l’assessore regionale all’istruzione ha proposto a tutte le scuole statali di preparare un menu con cibi del tutto toscani (pasta e fagioli, porchetta, biscottone toscano):, un obiettivo importante è stato anche fornire l’occasione per creare momenti di riflessione sui diritti umani e sui valori ispiratori del Codice Leopoldino, sostenuti con nuovo impegno per difendere i diritti naturali che andavano definendosi, sono prima di ogni autorità diritti che abbiamo per nascita e che nessuno mai dovrebbe violare.
Sono il diritto alla vita, la libertà individuale, l’autodeterminazione, un’esistenza dignitosa, libertà religiosa, difesa dei dati personali, voto, condanna dopo regolare processo.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani alla seduta solenne del Consiglio Regionale ha dato grande e meritata luce alla Toscana “Terra di genio e innovazione” per il rispetto dei diritti più e meglio di altri Stati perché dà voce a chi non ha voce, combatte odio e violenza e sa guardare il futuro ritrovando speranza. Dedicata a don Lorenzo Milani, alla sua vita convertita al prendersi cura degli altri. Spettacoli, riflessioni, musica, degustazioni di cibi, mostre hanno interessato “la nostra gente” con attenzione al mondo degli artigiani, delle donne e speciali spettacoli per bambini.
Il 15 dicembre a Cascina la festa sarà ancora celebrata con “musica e parole” e Stefano Massini, con richiamo alle”Vite parallele” di Plutarco antico, darà voce da Leonardo a Galileo, da Dante fino ai moderni innovatori. Innovazione è la parola giusta per definire la festa,, la Lombardia fu al primo posto nelle riforme innovatrici governata per 40 anni da Maria Teresa d’Asburgo madre di Pietro Leopoldo nostro sovrano, che si formò intellettualmente sulle idee dei grandi “filosofi”del tempo
Riformò il bilancio statale e lo rese pubblico, fece un nuovo censimento dei beni per contrastare l’evasione fiscale, non più le tasse date in appalto ma riscosse dallo Stato con equità e uguaglianza, mirò a creare un più largo ceto contadino e di possidenti muovendo il mercato delle terre, anche le manomorte, che erano proprietà ecclesiastiche inalienabili come strette nella mano di un morto, rese libero il mercato dei grani, bonificò la Maremma toscana.
Nel suo governo anche due pontremolesi, Stefano Bertolini nato a S. Cristina e Francesco Seratti. L’abolizione della pena di morte e tortura nasceva, oltre alla sacralità della vita, anche da considerazioni pragmatiche, è inutile perché non fa da deterrente per eliminare o ridurre i crimini (lo constatiamo anche nel nostro presente), contraddice la coscienza dei diritti umani non più conciliabile con l’autorità assoluta dei sovrani, va contro l’opinione pubblica, risponde a pratiche inquisitorie e l’obbligo di assistere all’esecuzione non ammonisce contro il fare il male.
Cesare Beccaria nel suo libro Dei delitti e delle pene contro la pena di morte osserva con verità che non è l’orribile scena di un momento, ma vedere la fatica di un uomo privato della libertà “il vero e unico freno dal commettere delitti”.

Maria Luisa Simoncelli