A Mulazzo una “disfida” nel nome del testarolo
Premiazione dei migliori ristoranti che hanno partecipato alla quarta edizione della rassegna

Una grande festa nel nome del testarolo, premiando chi ne difende la tradizione, chi riesce a valorizzare i prodotti tipici del territorio, ma anche chi riesce a proporne una versione moderna rispettandone le caratteristiche. Si è conclusa così la quarta edizione della “Disfida del testarolo”, organizzata dalla Confesercenti Massa Carrara, con la premiazione al Municipio di Mulazzo dei ristoranti che hanno saputo far eccellere il loro prodotto con la qualità e l’innovazione.

I ristoranti vincitori
La premiazione del  "Il Rustichello" per la produzione in proprio del testarolo
La premiazione del “Il Rustichello” per la produzione in proprio del testarolo

Nello specifico sono stati quattro i ristoranti premiati: per la produzione in proprio del testarolo il ristorante “Il Rustichello” di Mulazzo, per la qualità dei prodotti tipici l’agriturismo “La vecchia scuola” a Castoglio di Zeri, per il testarolo più creativo il premio è andato a “L’osteria da Bussè” di Pontremoli ed infine nella sezione dedicata al testarolo tradizionale a trionfare è stato il ristorante “Il Capriolo” di Licciana.

Ma, come detto dagli organizzatori della rassegna “a vincere sono stati tutti e otto i ristoranti in gara. Sia per la qualità, che per la capacità di diffondere, sia pure talvolta innovando, un prodotto di eccellenza del territorio come il testarolo”. Ed allora è giusto dare il giusto riconoscimento anche agli altri ristoranti in gara: l’azienda agricola “Il Gradile” di Mulazzo, il ristorante “Da Rosi” a Pontremoli, “Osteria della Bietola” a Pontremoli e l’agriturismo “Cà di Rossi” a Mulazzo.

Il momento del confronto legato al testarolo
Foto di gruppo dei partecipanti e degli organizzatori della quarta edizione della "Disfida del testarolo"
Foto di gruppo dei partecipanti e degli organizzatori della quarta edizione della “Disfida del testarolo”

Prima di arrivare al momento delle premiazioni, c’è stato un interessante dibattito e confronto sul testarolo, in particolare incentrato sulle riflessioni dei tre componenti della giuria Alessio Bocconi, fiduciario della condotta Slow Food Lunigiana Apuana, Lorenzo Chiappini, delegato dell’associazione italiana sommelier e gastronomo e Rolando Paganini, chef e docente all’istituto Alberghiero “Pacinotti – Belmesseri”.

Bocconi ha sottolineato come il testarolo sia forse l’unico caso “di un pane azzimo che è diventato un primo piatto”. Evidenziando come non deve trarre in inganno l’evidente semplicità della composizione della pastella perchè uno dei segreti della realizzazione di un buon testarolo sta nella complessità della cottura nei testi in ghisa. Passando alla sua preparazione lo chef Paganini ha evidenziato l’importanza di evitare condimenti troppo carichi che rischiano di rovinare il prodotto, che, essendo una spugna, tende ad assorbire. Il sommelier Chiappini ha voluto ricordarne anche il richiamo per un turismo alimentare sempre più diffuso.

I saluti di Novoa e della Cavellini

Concetti su cui si sono soffermati, nei loro saluti, anche il sindaco di Mulazzo, Claudio Novoa, e la vicesindaca di Pontremoli, Clara Cavellini “un alimento che fa parte della nostra cultura del gradile” come ricordato dal primo cittadino di Mulazzo con la Cavellini che ne ha evidenziato l’importanza di valorizzarne la qualità, anche grazie all’importante lavoro di Slow Food. A sorpresa alla consegna dei premi è arrivato Giacomo Devoto, chef di Fosdinovo che ha recentemente ottenuto una stella Michelin. (r.s.)