Giuseppe Micheli: una vita dedicata al territorio

Ricorre il 150° anniversario della nascita del politico cattolico nato a Parma il 19 ottobre 1874. Impegnato nella società locale, più volte deputato e ministro.  Nel 1924 fu tra i parlamentari di opposizione al regime fascista che si ritirarono sull’Aventino. Nel 1899 fondò “La Giovane Montagna” seguita dall’omonima rivista “organo degli interessi delle vallate Parmensi e Pontremolesi”.

Ritratto di Giuseppe Micheli all’inizio degli anni Venti, quando ricopriva la carica di ministro dell’Agricoltura nei governi Nitti e Giolitti

Negli ultimi anni si è spesso sentito parlare di “aree interne”, quelle parti del territorio italiano che stanno vivendo un rapido spopolamento, dovuto alla difficoltà di trovare lavoro, al progressivo invecchiamento della popolazione, al calo demografico e alla mancanza di una rete di trasporti efficiente: non è da meno la Lunigiana, come i dati evidenziano, tanto che anche il nostro vescovo Mario, ogni anno, partecipa all’incontro, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, sulle “aree interne” insieme ai confratelli vescovi interessati.
Sfide simili si sono trovati ad affrontare anche i nostri concittadini di un secolo fa, quando la rivoluzione industriale e la grande povertà dei nostri territori favorivano l’emigrazione di massa verso il nord della penisola o verso l’estero. Sebbene nel periodo postunitario siano stati fatti tentativi di collegamento con le grandi città – si pensi, ad esempio, alla costruzione della rete ferroviaria – furono proprio la “distanza” e la particolarità della nostra area interna a rendere difficile un collegamento stabile.
Una maggiore attenzione al nostro territorio, auspicabile anche oggi, fu sicuramente rivolta dal parmense Giuseppe Micheli (1874 – 1948), figlio di un notaio parmense, politico di area cattolica, fortemente influenzato dall’enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII. Al fianco di Romolo Murri partecipò alla fondazione della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana): il suo attivismo in campo sociale lo portò alla creazione della sezione giovani dell’Opera dei congressi e dunque a rivolgere l’attenzione al mondo del lavoro, cui anche l’ideale cattolico doveva guardare.
Avviato all’attività notarile, come il padre, non mancò mai di guardare ai problemi sociali e fu portavoce di un laicato cattolico sempre più attivo e impegnato. Nonostante le difficoltà interne, fu da sempre convinto che fosse necessaria la creazione di un partito nazionale cattolico: eletto deputato nel 1908 nel collegio di Castelnuovo nei Monti, succedendo al suocero, Gian Lorenzo Basetti, la sua attività parlamentare si distinse soprattutto per l’attenzione alle aree montane e agli interessi dei contadini. Si ricorda, in particolare, il suo attivismo per la ricostruzione dopo il terremoto di Messina.

Giuseppe Micheli (1874 – 1948)

Più volte ministro, prima dell’Agricoltura, nel governo Giolitti, e poi dei Lavori pubblici, durante il ministero Bonomi, fu tra i deputati che, nel 1924, si “ritirò sull’Aventino”, subendo le conseguenze degli squadristi fascisti, responsabili di gravi atti di intimidazione e della devastazione del suo ufficio a Parma.
Come altri, tentò invano di evitare lo scioglimento delle associazioni cattoliche da parte del regime; dopo l’8 settembre fu costretto a nascondersi nel seminario di Chieti per poi trasferirsi a Roma, dove, nel giugno 1944, entrò a far parte del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana.
Alla conclusione della seconda guerra mondiale ricoprì l’incarico di ministro della Marina Militare durante il secondo governo De Gasperi e, per breve tempo, fu vicepresidente dell’Assemblea costituente. Per la terza disposizione transitoria della Costituzione italiana, ottenne un seggio in Senato, non candidandosi alle elezioni del 1948, anno in cui morì improvvisamente.

Riccardo Bassi