
Moltissimi in visita alla centrale elettrica di Teglia e al Palazzo Zucchi Castellini

Gli impianti idroelettrici di Teglia e Rocchetta per il primo salto entrarono in esercizio nel 1935 realizzati a capitale tedesco dalla Società Falk e ora sono del tutto di Edison francese. Furono captate le acque di otto piccoli torrenti del bacino imbrifero di 118 kmq: di Magriola, Verde, Lanza, Pilacca, Bettigna, Gordana, Mezzemola, Marziola, Dorbola, portate in galleria sotterranea per 14 km, si uniscono alle acque della diga di Rocchetta che sbarra il Gordana a monte degli Stretti di Giaredo, alta 76 m. contiene 5 milioni di metri cubi di acqua.
Le acque di scarico sono convogliate in un canale collettore di profondità. Nella centrale di Teglia nel 1953 fu azionato il secondo salto, nel capannone è stata scavata un’ampia vasca, che raffredda le acque prese dalle due turbine e, a sua volta, le precipita in un profondo pozzo producendo energia elettrica a serbatoio con regolazione giornaliera. L’energia prodotta è venduta alla rete globale nazionale per ogni uso.
Sono in atto i principi della termodinamica sugli scambi di energia: qui è il caso di energia cinetica (del movimento di spinta forzata in caduta quasi verticale delle acque dentro due grandi condutture) che si trasforma in energia elettrica: avviene per mezzo delle turbine (tre quelle di Teglia), macchine con palette rotanti che si aprono molto velocemente. Imponente la sala quadri con strumenti di controllo elettronici ma determinante è la vigilanza costante di un tecnico, una delle 7 persone rimaste in servizio da 25 che erano in passato.

Palazzo Zucchi Castellini è l’altro luogo che era visitabile nella Giornata FAI del 13 ottobre, in provincia c’erano solo questi due. Il palazzo era detto anche Ca’ di Piazza. Tre le famiglie che lo hanno denominato: gli Zucchi che vennero a Pontremoli nel sec. XIV dalla val Sassina, diramati in diverse famiglie della nobiltà.
I Castellini danno traccia di sé a partire dal sec. XIII. Due casati entrambi estinti singolarmente, ma per via matrimoniale ci fu ricongiunzione dei due cognomi e in piazza della Repubblica a Pontremoli sorge in belle forme architettoniche palazzo Zucchi Castellini, tuttora abitato dalla figlia di Nicola Zucchi Castellini, ricercatore e custode di tanti documenti familiari. Un’elegante scala porta all’ampio salone affrescato e ai salottini di contorno. Suggestivo il giardino con affaccio sulla Magra.
Nel suo atrio il palazzo conserva la statua-stele “Bocconi”, è l’originale rimasta di proprietà privata perché rinvenuta in terreni della famiglia Bocconi. Il palazzo passò a vari proprietari e nel 1794 Ascanio Venturini lo vendette a Cristoforo Bocconi, famiglia che lo tenne fino a pochi decenni fa. I Bocconi, impresari della polvere pirica, erano arrivati a Pontremoli con Marco nel 1638 provenienti da Toirano presso Albenga.