Il San Terenziano più torrido

Per evitare le solite formule, non si sapeva proprio come titolare la cronaca di questa settimana: poi si è scelto di dare risalto all’evento clou della settimana, vale a dire la straordinaria calura di domenica 1° settembre, giorno di San Terenziano.
Tale data è l’appuntamento tradizionale, a Pontremoli, di una festa e di una fiera ancora sentite, benché non come un tempo, quando molti pontremolesi si recavano nel castagneto circostante la chiesina subito a monte di Mignegno per trascorrervi qualche ora o anche l’intera giornata.
La scorsa settimana, pur non potendo parlare di tempo stabile – quasi ogni giorno, sono insorti temporali nelle ore pomeridiane – si è assistito ad una rovente appendice estiva manco si fosse al principio di agosto invece che alla fine.
Detto già nello scorso numero dei temporali del 26, martedì 27 si è presentata una vera e propria scorribanda di tuoni, fulmini, vento e rovesci di pioggia e grandine che ha attraversato, da E-SE a W-NW, una buona parte della provincia e della bassa Val di Magra.
La seconda parte del pomeriggio, perciò, ampi tratti del territorio apuo-lunigianese si sono trovati alle prese con le mattàne atmosferiche, mentre altri sono stati saltati a pié pari: i temporali hanno visitato con veemenza soprattutto Massa, Carrara e le relative marine, non si sono estesi alla parte più orientale del bacino del fiume Magra “graziando” Fivizzano e Casola, mentre si sono concentrati tra Sarzana e S. Stefano, Fórnoli e parte del Bagnonese dopo aver evitato Aulla e Villafranca capoluogo.
Risalendo la vallata, altri scrosci sono andati in sorte a Filattiera e a Scorcetoli, quindi a Pontremoli non più di una gocciolata, così come sugli alti crinali dell’Appennino in generale, dove una bella piovuta sarebbe stata molto più opportuna.
Mercoledì 28, si è ripetuta la messa in scena con altri piovaschi e rovesci più capricciosi che mai, della serie: è piovuto in fondo al paese e non in cima.
Gli ultimi tre giorni di agosto, dalla calura più intensa, hanno visto il permanere dell’instabilità termo-convettiva: giovedì 29, solo tra Zerasco, Brattello, Molinatico fino all’Orsaro e al Marmagna.
Venerdì 30, si è ripetuto nella solita zona, ma con un allungo fin su Pontremoli, peraltro interessata solo in alcuni quartieri. Sabato 31, è stata cosa solo zerasca. E venendo finalmente a domenica, settembre non ha voluto deludere chi anche quel giorno, a dispetto del clima rovente, si aspettava uno ‘squasso’ tanto per non perdere il vizio. Infatti, a metà pomeriggio, i cumuli evolutisi in cumulonembi hanno riversato il loro contenuto prediligendo il Passo dei Due Santi, poi Comano nell’alta valle del Taverone e Regnano nell’alta valle Aulella.
Prima che scoppiassero i circoscritti temporali, i termometri si sono portati, sotto la vampa solare, prossimi a livelli che, in settembre, si erano sperimentati solo nel 1949. I picchi raggiunti 75 anni fa a Pontremoli (35,3°C il 6 e 35,0°C il 5 settembre, serie omogenea) sono rimasti indenni dall’attacco, ma hanno pur sempre vacillato al cospetto di una massima notevolissima di 34,6°C. Dal 1950 al 2023, in settembre, non si erano mai raggiunti 34°C e neppure 33°C: punta max assoluta di quel lungo periodo i 32,7°C del 17 settembre 1961.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni