Nel primo centenario dell’inaugurazione del monumento opera dell’artista Enrico Garibaldi di Carrara
Mercoledì 24 luglio la comunità di Guinadi San Rocco ha ricordati i suoi figli morti nella Prima Guerra Mondiale nella ricorrenza dei cento anni dalla inaugurazione del monumento ai Caduti nella piazza antistante la chiesa.
Alle 18 don Andrea Forni e p. Luciano Pallini hanno concelebrato la S. Messa al termine della quale è stato ricordato quello che un secolo fa era stato un grande evento, non solo per il Guinadese ma per tutto il territorio comunale.
Il monumento inaugurato il 20 luglio 1924 a San Rocco, infatti, fu il primo del suo genere visto che precedette, sia pure di soli due mesi, l’inaugurazione di quello comunale nell’allora piazza Vittorio Emanuele nel centro storico urbano.
Le vicende sono state ricordate dalla prof.ssa Caterina Rapetti, che di recente ha studiato dal punto di vista storico e artistico l’opera per la stesura del volume “Ma nessuna croce manca. I Pontremolesi caduti nella Prima Guerra Mondiale” (ISRA 2023).
Per erigere un importante monumento ai Caduti di Guinadi San Rocco si era costituito un comitato locale, presieduto da Felice Marioni e che ottenne anche un contributo di 250 lire dal re Vittorio Emanuele, che aveva affidato la realizzazione dell’opera ad un nome prestigioso: il prof. Enrico Garibaldi, scultore e insegnante all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Per ospitare il monumento viene creato lo slargo davanti alla chiesa, uno spazio oggi così familiare ma, dunque, relativamente recente.
La cerimonia di inaugurazione era stata solenne e vi avevano preso parte le massime autorità cittadine, il vescovo mons. Fiorini, il gen. Armano Ricci Armani, l’on. Ettore Viola medaglia d’oro al valor militare e molti altri, dal sottoprefetto al commissario di pubblica sicurezza, dai sacerdoti ai consiglieri comunali della vallata. Aveva anche prestato servizio la così detta “sezione Dissidenti” della Banda Musicale “Rossini”.
Dell’inaugurazione del monumento di Guidadi si occupano anche quotidiani nazionali che lo definiscono una pregevole opera d’arte e un capolavoro degno di una grande città. Qualche anno dopo, nel 1937, il monumento viene ornato con una corona bronzea. Su due lati del basamento sono incisi i nomi di nove Caduti: recenti ricerche hanno evidenziato come, in realtà, furono undici.
Un’opera di tale importanza e significato merita la giusta attenzione: per questo la comunità locale si è fatta carico della ripulitura e sistemazione; in particolare Riccardo Berger e Alfredo Tifoni, nei mesi scorsi, hanno restituito decoro all’opera in marmo bianco davanti alla quale, durante la cerimonia dei giorni scorsi, è stata deposta una corona d’alloro in memoria di quei giovani caduti al fronte.
p. biss.