L’eredità culturale e l’impegno sociale di Pietro Ferrari nel 150.mo anniversario della nascita.

Dalla Sanità Militare, agli studi storici, fino al Comitato di Liberazione Nazionale di Pontremoli

Il gen. Pietro Ferrari (1874 – 1945)

Pietro Ferrari, medico militare, scrittore e storico della Lunigiana, nasce a Filattiera il 28 maggio 1874. Si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1899 a Parma e nello stesso anno è allievo ufficiale di complemento nella Scuola di applicazione di Sanità militare di Firenze. Nel 1900, con il grado di Sottotenente, inizia l’attività di medico nel Corpo di Sanità Militare.
Prende parte alla guerra Italo-Turca del 1911-12, e negli anni della Prima Guerra Mondiale, è in Friuli come direttore di sanità sul Carso, organizzando ospedali da campo e l’assistenza sanitaria sul fronte.
Nella Sanità militare raggiungerà il grado di Maggiore Generale Medico; nel 1936, a 62 anni, è collocato a riposo. Muore a Filattiera il 1° febbraio 1945. Per aver prestato soccorso alla popolazione di Messina colpita dal terremoto e per l’impegno sul Carso è stato decorato di due medaglie di bronzo, nel 1909 e nel 1918, e della Croce di Cavaliere nell’Ordine della Corona d’Italia nel 1917.

Lapide sulla casa di Pietro Ferrari nel centro storico di Filattiera

Oltre all’attività professionale, il suo impegno si è rivolto allo studio della storia lunigianese: quella medievale dell’alta Lunigiana e le origini del comune di Pontremoli, spaziando anche dalla preistoria con le statue stele, ad eventi e personaggi lunigianesi tra Seicento e Ottocento, dai moti risorgimentali lunigianesi ai movimenti socialisti del primo Novecento, fino al ricordo di eventi e personaggi.
Nella sua ampia bibliografia si trovano indagini su vicende di luoghi, famiglie e personaggi, con una produzione che comprende anche testi lirici e letterari. Già a 17 anni propone il primo breve saggio: “Cenni storici di Rocca Sigillina” e, a seguire, una vasta produzione di contributi che ripercorrono la storia lunigianese in campo storico, letterario ed artistico.
Dal 1882 al 1945 propone una molteplicità di studi: monumenti romanici a Filattiera con il riconoscimento della importante lapide di Leodegar; note di vita cittadina e personaggi pontremolesi; ricordi della sua attività di medico militare; socialisti e borghesia lunigianesi; la ricostruzione storica di luoghi dell’alta Val di Magra; il rinvenimento di una statua stele a Filattiera; vita pontremolese nel Seicento; la storia di Pontremoli attraverso la storia della Chiesa, del Convento di San francesco e delle famiglie illustri della città ivi sepolte; le origini del comune di Pontremoli, la sua estensione nella Val di Vara e la sua Diocesi.
E ancora: il “Castellaro” di monte Castello, i signori della Lunigiana nella storia dei castelli, la riscoperta del navigatore Alessandro Malaspina, ricordi pontremolesi del Risorgimento, l’origine dello stemma di Pontremoli e novelle di vita quotidiana nella val di Magra.
Nel 1940 fonda “Il Campanone – Almanacco Pontremolese” per raccogliere studi suoi e di molti lunigianesi. Fu inoltre appassionato sostenitore della libertà e dell’impegno contro le distruzioni causate dalle guerre, incoraggiava i giovani ai valori della libertà, della democrazia e della lotta antifascista e nei mesi dell’occupazione nazifascista fu il primo presidente del CLN di Pontremoli.
Alla sua memoria, per il suo impegno in ambito militare, intellettuale e civile a Pontremoli il 5 aprile 1954 fu dedicata la scuola media (oggi Istituto Comprensivo “Pietro Ferrari” con le sedi di Pontremoli, Filattiera e Mulazzo), con la lapide marmorea che recita un suo pensiero del gennaio 1945: “Sarebbe ingenuo contare sugli altri per la nostra resurrezione. Quello che non faremo noi non lo faranno certamente gli altri per noi. Dovremo dunque rimetterci in piedi da noi e ricominciare da capo. L’Italia non può morire e l’Italia risorgerà e non importa se non vedremo la resurrezione, bisogna lavorare per chi verrà dopo di noi, così come i nostri avevano operato per noi”.

Gabriella Ferrari