Economia provinciale in crescita, ma il calo demografico incombe sulla tenuta del territorio

Presentato a Massa il Rapporto Economia 2023. È Il primo Rapporto dopo la costituzione della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest che riunisce le province di Massa, Lucca e Pisa. Il tentativo di guardare ai problemi comuni si scontra con gli interessi divergenti delle diverse aree

Un Rapporto di “area vasta” che ha preso il posto di quello che per oltre vent’anni ha fotografato il sistema economico provinciale di Massa Carrara: è quello presentato il 17 maggio al Teatro Guglielmi di Massa dalla Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest.
La nuova mappa degli enti camerali, che dal 2022 ha accorpato in un solo ente Lucca, Massa-Carrara e Pisa, ha indotto i ricercatori dell’Istituto di Studi e Ricerche a presentare un’unica relazione sullo stato dell’economia dei tre territori.
Nel corso dell’evento, alla presenza di numerose autorità e esperti, è stato sottolineato come le tre province stiano affrontando significative sfide. Tra queste, le tensioni internazionali causate dai conflitti in corso e le difficoltà nei trasporti, evidenziate dal drastico calo del traffico di merci attraverso il Canale di Suez e dai problemi al Canale di Panama.
Una delle grandi sfide, come sottolinea Valter Tamburini, presidente della Camera di commercio Toscana Nord Ovest, è quella legata alle infrastrutture che dovrebbero supportare la vocazione di questa zona ad essere la porta di accesso alla Toscana con i porti di Carrara e Livorno e l’aeroporto di Pisa.
“Lancio un appello a Regione e al Governo: abbiamo un gap infrastrutturale – afferma Tamburini – e nonostante questo siamo attrattivi. Immaginate cosa potremmo fare se almeno una parte di questi ritardi fossero colmati”.
La rete infrastrutturale è vitale per le grandi imprese del territorio: colossi come Baker Hughes, Piaggio, Lucart, Benetti ed Antiba, aziende da centinaia di milioni di euro di fatturato che, con il loro export, spingono l’acceleratore della crescita all’interno della provincia dove operano.
Il tentativo del Rapporto è stato quello di ragionare come se le tre province, ognuna con le proprie peculiarità, fossero parte di un territorio unico che affronta assieme i problemi comuni: l’inverno demografico e l’invecchiamento, la crisi del commercio i già citati problemi infrastrutturali.
Cercare di guardare insieme al futuro cogliendo le opportunità di crescita è impresa non da poco. Un po’ a causa di un certo “particolarismo” tipico del pensare toscano, ma anche perché all’interno dell’area vasta della Toscana Nord Ovest gli interessi spesso divergono.
La freddezza con la quale la Toscana ha accolto l’area turistica ligure-apuana di recente istituzione o il decennale disinteresse – se non l’ostilità, in qualche episodio – nei confronti dello sviluppo dell’asse ferroviario Tirreno-Brennero stanno a dimostrarlo.
Per quanto riguarda la provincia apuana, al di là di una incoraggiante crescita economica (+1,4%, trainata dal boom nel settore delle costruzioni), alla presentazione si è discusso del preoccupante calo demografico, che si prevede porterà a una riduzione del 16% della popolazione tra i 16 e i 64 anni entro il 2038, cioè 18 mila persone in meno in età lavorativa.
La diminuzione demografica è un tema che riguarda l’Italia intera ed è a livello nazionale che si devono cercare i motivi della crisi e i possibili rimedi. Ma a livello locale non si può negare che esiste un problema di attrattività del territorio in termini principalmente di opportunità occupazionali per i giovani.
Le buone performances del tasso di disoccupazione (6,3% nel 2023, contro l’8,9% del 2022) non possono nascondere infatti i 33.600 inattivi in provincia in età lavorativa, dei quali due su tre di genere femminile, e la riduzione del 4% dei contratti a tempo indeterminato nei primi 4 mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
All’interno di un Rapporto meno analitico di quando questo analizzava la sola provincia di Massa-Carrara, c’è stato spazio anche per riflessioni sulla Lunigiana, almeno in sede di presentazione, grazie alla presenza tra i relatori di Gianluigi Giannetti, Presidente dell’Unione dei Comuni.
Giannetti ha posto l’accento sul lavoro di questi anni in ambito turistico, fondato sulla valorizzazione e promozione complessiva del territorio, puntando su un turismo di prossimità, che vede protagonisti anche gli abitanti dei piccoli centri abitati e che trova la sua forza nei borghi e nelle piccole comunità.
Un percorso che deve proseguire, secondo il sindaco uscente di Fivizzano, dalla messa al bando di tutte quelle parole che descrivono la Lunigiana in chiave negativa, come territorio marginale, periferia, area interna.
La disamina di Giannetti, pur condivisibile, si scontra tuttavia con i numeri offerti dai ricercatori dell’istituto camerale: una riduzione del 6% delle presenze in Lunigiana nel 2023 (dopo il +37% del 2022) riporta sostanzialmente l’area ai valori del 2019, pari a 102 mila presenze.
Insomma, sempre che il turismo sia la panacea di tutti i mali economici della Lunigiana – aspetto sul quale urge una riflessione più approfondita – di strada da fare per un vero decollo del territorio ce n’è ancora parecchia.

(Alessandro Conti, Davide Tondani)