Migranti e diritto d’asilo: “114 milioni di persone non sono libere di scegliere se restare”

Al 31 luglio, secondo i dati del Ministero dell’Interno italiano la maggioranza dei migranti sbarcati nel nostro Paese è stata salvata da Guardia costiera e da Frontex. Solo il 4% (3.777 rifugiati e migranti) è stato salvato da navi Ong. Quelli che nello stesso periodo sono sbarcati in Italia erano 89.157 fra eventi Sar in mare e sbarchi autonomi.
In tutto il 2022 i rifugiati e migranti arrivati in Italia grazie a soccorso in mare effettuato da Ong erano stati 12.005, l’11% di tutte le persone sbarcate. Le Ong hanno subito quest’anno ostacoli e direttive senza precedenti.
Eppure, “malgrado queste azioni di dissuasione e deterrenza in mare”, le persone continuano a partire da Libia e Tunisia e a sbarcare in Italia. Evidentemente non è colpa delle organizzazioni non governative. Altrettanto evidentemente c’è chi deve dare la colpa a qualcuno se il fenomeno migratorio non solo non si riesce a bloccarlo, ma addirittura aumenta! Intanto, nei primi dieci mesi del 2023, i migranti morti e dispersi nel Mediterraneo centrale erano già 2.186: quasi 800 in più di quelli registrati in tutto l’anno precedente.
Sono dati ripresi dalla Fondazione Migrantes nel suo report: “Il diritto d’asilo. Report 2023. Liberi di scegliere se migrare o restare”. Il rapporto guarda alle frontiere di terra con la Slovenia, l’Austria, la Svizzera e la Francia riportando le cifre sui migranti “irregolari” rintracciati, sui migranti “riammessi” oltre frontiera, sulle “riammissioni” in Italia e sui respingimenti dal confine con la Francia (già 21.600 in questo 2023 fino a luglio). Il vero problema però sta nell’immigrazione dal Sud del mondo.
Migrare, soprattutto quando di mezzo c’è un deserto e un mare non sempre ospitale, non è una passeggiata. Oggi 114 milioni di persone (un abitante della Terra su 71 e, in cifra assoluta, sei milioni in più rispetto alla fine del 2022) non sono stati liberi di scegliere se restare.
Perché sempre più numerosi sono i conflitti e sempre più gravi, in alcune aree del mondo, le situazioni di crisi economica o sociale e le difficoltà nel procurarsi cibo ed acqua, mentre si è sempre meno capaci, a livello globale, di gestire processi di pace e non lo si è ancora abbastanza nella salvaguardia del pianeta.
Eppure si fa di tutto per impedire l’ingresso nel Paese con leggi e procedure sempre più stringenti. I migranti interpretano, non a torto, i messaggi che arrivano loro da società e istituzioni e li percepiscono come violenti segnali di “divieto”: non puoi arrivare, non puoi stare, non puoi fare, non puoi essere, non puoi diventare.
Quindi non sei (ancora) una persona e devi rinascere, ma “da solo”. Il report riporta queste “percezioni” ricavandole dalla voce stessa di chi, dopo aver affrontato il deserto, si è trovato a dover affrontare la non proprio benigna burocrazia italiana.
Soprattutto se si pensa che nel 2022 sono arrivati in Italia 104.000 migranti e che, dopo pratiche snervanti, si sono ordinati solo 28.185 rimpatri e se ne sono effettuati appena 2790, si deve dedurre che quasi 80.000 di essi avevano diritto di asilo e dovevano essere in qualche modo “protetti”. Dove sono finiti? E dove sono i 25.000 di cui non si è effettuato il rimpatrio?