Una vera pacchia per i vacanzieri di settembre

La sequenza di giornate di tempo stabile e soleggiato, specialmente dal 2 all’11 di settembre, ha premiato chi, quest’anno, si è concesso le vacanze al termine della stagione. Dal punto di vista meteorologico, come è noto, è già entrato l’autunno, ma è ancora astronomicamente estate e il meteo dei giorni scorsi lo ha sancito senza mezzi termini.
Durante l’estate piena, tra luglio e agosto, chi aveva trascorso le ferie in montagna e sulle Alpi in particolare, si era dovuto sorbire giorni e giorni di tempo inaffidabile, con rovesci e temporali sempre pronti a condizionare gite ed escursioni. Alcuni periodi, quindi, pur essendo caldi, avevano risentito di un tempo più mediocre.
Nella prima decade di agosto, poi, per quanto le giornate fossero state belle, le temperature si erano decisamente abbassate e in montagna ci si era dovuti coprire adeguatamente: basta fare un rapido confronto e se ne ha conferma nei dati delle temperature, in media più elevate dal 1° al 10 settembre che non dal 1° al 10 agosto! Pareva che l’estate fosse già entrata in crisi, ma poco prima di ferragosto il solleone ha ripreso a ruggire e, come ognuno ancora ricorda, ha snocciolato una settimana rovente culminata fra il 19 e il 25 del mese scorso.
In quota, l’anticiclone africano ha compiuto fino ad oggi la sua opera spietata nei confronti dei ghiacciai e di quel che ne rimane, con la sola pausa del tempo piovoso di fine agosto. La circolazione da NE, instauratasi lunedì 4 settembre, si è mantenuta una settimana esatta, fino a domenica 10. L’aria asciutta e il sole pieno dall’aurora al tramonto hanno offerto giornate a dir poco d’incanto, ancora abbastanza limpide, prima che aerosol atmosferico e poi qualche foschia tornassero a renderne il cielo appena più opaco.
La tramontana, certo non fresca stante la natura dell’aria tutt’altro che nordica e i geopotenziali eccelsi dell’anticiclone africano, ha comunque reso il caldo redivivo gradevolmente ‘mosso’ e più che accettabile, grazie anche alla minor durata del dì. Le temperature minime si sono mantenute più elevate laddove, nelle conche alle pendici del valichi, la ventilazione è risultata più costante, attenuando l’escursione termica giornaliera e contenendo lo slancio delle temperature massime diurne.
La prima decade di settembre si è distinta per essere risultata una delle più calde, così come una di quelle dal cielo più sgombro (indice di nuvolosità media di soli 1,1 decimi). Completamente assenti le precipitazioni, il che non è una assoluta novità: è capitato altre volte che non fosse caduta una goccia di pioggia nei primi dieci giorni di settembre (il nostro si sta pure sforzando per arrivare a coprire l’intera prima metà), ma più spesso l’impresa la si vede vanificata, scrutando i dati del passato, da pochi mm occorsi in un evento isolato.
A settembre, infatti, anche quando piove tanto, gli episodi tendono a concentrarsi in un numero non eccessivo di giorni piovosi. In anni recenti, dal 2000 in qua, i pluviometri rimasero a riposo dall’1 al 10 settembre nel 2004, 2007 (per l’intera prima metà del mese), 2009 (dal 18 agosto al 12 settembre, 26 giorni), nel 2016 (dal 20 agosto al 12settembre; la prima decade del mese fu circa 1°C in media più calda di questa del 2023) e nel 2021.
La tenacia dell’anticiclone autunnale fu notevole nel 1970, anno in cui l’atmosfera si sfogò con il disastroso tornado dell’11 settembre fra le province di Padova e Venezia e con l’immane alluvione di Genova del 7-8 ottobre: dal 1° settembre al 10 novembre, tolti questi due luttuosi e gravi eventi meteo, non si ebbero altre precipitazioni di particolare rilievo su buona parte del Centro-Nord Italia.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni