Lasciamo almeno Dio sopra le parti
La presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni (foto: Presidenza del Consiglio)

Dal palco del Demographic summit di Budapest, Giorgia Meloni ha rilanciato il suo progetto conservatore, tenendo conto della ormai prossima scadenza elettorale europea. Al summit erano presenti anche rappresentanti delle quattro principali confessioni religiose del Paese: cattolica, chiesa riformata, evangelica-luterana, ebraica. Il tema riguardava gli interventi e il contesto culturale necessari per combattere la denatalità. Molte cose dell’analisi della Meloni sono condivisibili, a partire da un contesto culturale generalmente ostile alla famiglia, per giungere alla constatazione che le Nazioni più sviluppate corrono velocemente verso il precipizio dell’inverno demografico e che per cambiare non bastano soltanto misure economiche, c’è bisogno di una profonda svolta culturale. A fare scalpore, però, sono state altre dichiarazioni.

In Spagna aveva gridato: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono un madre, sono cristiana”. Questa volta si è un po’ allargata: “Penso che una grande battaglia per chi difende l’umanità e i diritti delle persone sia anche quella di difendere le famiglie, le nazioni, l’identità, sia anche quella di difendere Dio e tutto ciò che ha costruito la nostra civiltà”. Una frase ad effetto, che ha colpito nel segno ma… dal suono sgradevole. Si possono difendere la propria civiltà, la propria cultura, i propri diritti, ma ci sono altri che hanno culture diverse, civiltà diverse, religioni diverse e anche quelli vanno rispettati. La commistione tra fede e politica nella storia è stata sempre sorgente di equivoci e spesso di grandi guai. Troppo spesso Dio è stato strumentalizzato a proprio uso e consumo e nei modi più stravaganti. Chi non ricorda il “Got mit uns” (Dio è con noi) tedesco o addirittura “In God we trust” (In Dio noi crediamo) stampato sul dollaro statunitense. Da qualche tempo la religione è entrata in alcune campagne elettorali: vedi la Bibbia ostentata da Donald Trump o i Rosari sbandierati da Matteo Salvini. Lo stesso Vladimir Putin ha rispolverato la sua ortodossia per ridare contenuti al ripristino dell’ex impero sovietico. Ora la Meloni presenta un progetto più ambizioso: difendere Dio.

Ci sarebbe da chiedersi di quale Dio si tratti, visto che anche altre religioni credono, per esempio, nel Dio di Abramo. Difendere Dio non dovrebbe essere compito della politica, come di nessuno poiché Dio sa difendersi da solo. Semmai, il compito della politica è quello di fare leggi che tendano a migliorare la condizione umana. Vengono alla mente grandi padri della politica italiana: Alcide De Gasperi, oggi servo di Dio con una pratica di beatificazione in corso, o Aldo Moro, amico da sempre di Papa Paolo VI: gente che andava a messa ogni giorno, ma che non ha mai usato il nome di Dio nell’azione politica. Senza dimenticare che il Dio cristiano manifesta la pienezza del suo amore per l’uomo sulla Croce.

(Giovanni Barbieri)