L’ultima settimana di luglio, che qui si prende sotto esame in vista del resoconto mensile, è trascorsa senza eventi degni di nota: non ha fatto più caldo come in precedenza, ma non si sono verificate neppure quelle precipitazioni più volte previste dalle analisi meteo. Minimi i piovaschi occorsi nei giorni 25 e 30.
La calura paventata dai media all’inizio della terza decade, a conti fatti, si è ridotta alle condizioni realizzatesi fino a martedì 25.
Infatti, la nuvolosità talora elevata, la ventilazione proveniente dal secondo e terzo quadrante, vale a dire tra SE, S e SW, e la pressione del vapore a livelli che comportano clima afoso si sono andate spegnendo nel corso del medesimo giorno 25, mentre aria di diversa matrice si apprestava a sostituirle. Il 26, con l’orizzonte ricreato come d’incanto, il sereno limpido con rari cumuletti e l’aria asciutta hanno dato una netta sterzata di qualità alla scena meteorologica.
La ventilazione settentrionale ha assicurato un nitore esemplare, che si è mantenuto pressoché intatto pure il 27, quando ha ripreso a spirare il regime di brezza e la temperatura minima è calata ulteriormente sancendo la notte più fresca di tutto il mese.
Un susseguirsi di nuvolaglia, irregolare e a tratti intensa, si è avuta dal 28 al 31 a causa del riproporsi di correnti marine, questa volta di libeccio.
Lunedì 31, nel pomeriggio, un temporale ha interessato i crinali appenninici, dove peraltro gli accumuli si sono limitati a 2-3 mm, senza interessare le sottostanti convalli lunigianesi. In definitiva, il luglio che ha occupato le cronache con l’incubo della canicola al Sud – segnatamente sulle isole maggiori – e il ripetersi di rovinosi temporali grandinigeni in vaste zone del Nord, specie tra le alte pianure subalpine e su Alpi e Prealpi dalla Lombardia al Friuli, si è concluso senza arrivare ai livelli medi di calura sperimentati lo scorso anno.
Diverso il discorso per Sicilia e Sardegna, come accennato, dove sicura è la posizione da podio, mentre alle nostre latitudini i primi giorni così come l’ultima settimana del mese più temperati hanno ridotto il solleone a più miti consigli. Luglio 2023, con una temperatura media di 23,2°C si è piazzato all’ottavo posto fra i mesi di luglio più caldi dal 1929 a Pontremoli. Lo precedono, partendo dai più torridi, il 2015, 2006, 2022, 1983, 1952, 1950 e 1982.
Le serie storiche di Osservatòri di altre città dicono, ad esempio, che a Piacenza è stato il sesto luglio più rovente dal 1872 e a Torino l’undicesimo dal 1753. Quanto alla pioggia, per sua natura aleatoria più che mai in estate, quando cade a rovesci, si oscilla da apporti minimi a perfettamente normali pur rimanendo nel ristretto territorio della nostra provincia.
A Massa, per dire, sono caduti solo 4 mm (norma 33 mm), mentre Villafranca-Ghiaione, grazie al solo temporale del 13, ha raggiunto quota 55,2 mm, persino lievemente oltre i canoni di luglio. Quando si constata che, considerando i pluviometri di Villafranca capoluogo e di Fornoli, quanto appena detto non vale più, si è detto tutto sul capriccio di questi fenomeni a distanze di pochi km.
Pontremoli-Verdeno con 21,8 mm e Gragnola con 25,6 mm rimangono sotto i loro livelli medi, pari rispettivamente a 52 e a 41 mm.
Tuttavia, grazie alla piovosità di maggio, alla sua continuazione nella prima metà di giugno e alla pioggia del 30, i rovesci temporaleschi del 13 luglio e qualche cenno successivo, non si sono visti finora gli eccessi siccitosi del 2022.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni