è necessario affrontare il problema del tragico autodromo della Cisa

Un nuovo incidente mortale riporta in primo piano l’emergenza del traffico motoristico sulla SS 62. Mentre il problema pare diffondersi alle altre strade di valico della Lunigiana.

La Statale della Cisa
La Statale della Cisa

Una tragedia della strada, l’ennesima, si è consumata lo scorso fine settimana sulla Statale della Cisa, all’altezza di Cassio, nel versante parmense della strada, a circa 22 km dal valico. A perdere la vita, nella mattina di sabato 8 luglio, è stato un cicloamatore di Fidenza, Giorgio Bandozzi, 58 anni. Diretto sulla sua bici verso Berceto, per l’uomo è stato fatale lo scontro con una moto proveniente dalla direzione opposta. I tentativi di rianimare la vittima operati sul posto dai sanitari del 118 sono stati vani. Ferito in modo grave, ma non in pericolo di vita, anche il motociclista.

L’evento luttuoso si aggiunge alla lunga lista di incidenti mortali – dal 2011 ad oggi se ne contano almeno cinque, ma la lista potrebbe essere incompleta – che hanno avuto come teatro i due versanti della Statale e riapre la discussione sul transito degli appassionati della motocicletta sulla Cisa nei fine settimana dei mesi primaverili ed estivi.

Liberata dal traffico automobilistico con l’apertura dell’autostrada, ampliata nella larghezza della carreggiata in più punti a fine anni ’80, dotata di un fondo stradale ben mantenuto, la salita verso il Passo, sia da Pontremoli che da Fornovo, si è affermata nel corso degli anni come strada prediletta per i centauri del centro-nord Italia assieme, per rimanere nel nostro comprensorio, al Passo del Bracco. A percorrerla ogni fine settimana non sono solo gli amanti dell’escursionismo in moto alla ricerca di panorami, trattorie e borghi dimenticati, ma soprattutto gli appassionati della velocità, delle “pieghe” e delle sfide, come se la Statale fosse una pista e non una strada con limiti di velocità, centri abitati, automobilisti, pedoni.

Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti. Gli scenografici tornanti di Piantonia con il pubblico di motociclisti assiepato nel punto più alto per vedere le evoluzioni dei centauri si sommano alla distesa di moto parcheggiate al Passo ogni fine settimana e ai i mezzi con la targa posteriore inclinata in modo da non essere identificabile da eventuali autovelox. Cosa è stato fatto in questi anni per limitare i sinistri e rendere più sicura la strada? Praticamente nulla. Sul versante pontremolese sono del tutto assenti gli autovelox fissi, mentre i controlli in strada sono rarissimi su entrambi i versanti. La “giustizia fai-da-te”, illegale ed estremamente irresponsabile messa in atto a più riprese dagli abitanti delle frazioni bercetesi e pontremolesi attraversate dalla strada (ad esempio il versamento sull’asfalto di nafta e olii esausti avvenuto anni fa o, ancor prima, il posizionamento di tavole chiodate) sono il segnale dell’esasperazione montata nel corso degli anni nei confronti dei centauri, molti dei quali faticano a limitare la velocità pure nell’attraversamento dei centri abitati.

Ma a lamentare una situazione insostenibile sono anche automobilisti, ciclisti e, ultimi arrivati, i pellegrini sulla Via Francigena: tra coloro che scelgono di scendere direttamente lungo la strada carrozzabile per abbreviare il percorso verso Pontremoli, diversi hanno segnalato negli ostelli o nei siti internet specializzati i rischi che hanno corso trovandosi inconsapevolmente a bordo strada durante il transito delle moto.

E mentre sulla Cisa, in attesa che la situazione venga affrontata dalle autorità, si piange l’ennesima vittima di una situazione folle, il problema delle moto pare si stia estendendo anche altrove in Lunigiana. Sulla strada del Cerreto, l’incidente mortale avvenuto all’altezza di Posara il 25 giugno – vittima un motociclista ventenne di Castelnuovo Magra – ha acceso un faro su una strada in cui fino ad oggi a limitare la velocità dei centauri è l’alto numero di auto che nella bella stagione percorrono la Statale 63 per raggiungere la meta turistica di Cerreto Laghi. Problemi crescenti vengono segnalati invece sulla via del Lagastrello. Complice l’asfaltatura integrale operata da Anas lo scorso anno, la strada è adesso molto invitante per le moto: nessun centro abitato da attraversare dopo Tavernelle, traffico automobilistico limitato, dalla strada verso la val d’Enza arrivano notizie di ciclisti sfiorati da moto che procedono ad andatura tutt’altro che turistica.

(Davide Tondani)

La Cisa su Youtube, tra “scatoline” e “pellegrini”

Un video della Cisa su Youtube
Un video della Cisa su Youtube

La popolarità del Passo della Cisa tra i motociclisti del centro-nord è facilmente misurabile con i numerosi video presenti su Youtube. Si va dai tutorial di siti specializzati che spiegano caratteristiche, insidie e come affrontare curve e tornanti della Statale 62 come se fosse un qualsiasi autodromo, ai video amatoriali girati dagli stessi motociclisti nel corso delle loro escursioni. Sono questi i filmati più interessanti, che riprendono le velocità sui tachimetri costantemente sopra gli 80 km orari, con punte anche di 120, i sorpassi in curva, le sfide che vengono lanciate ai compagni di uscita e pure gli incidenti e le uscite di strada. Non mancano i commenti divertiti quando a causa di una curva male impostata il motociclista sfiora un ignaro “pellegrino” e il disprezzo verso le “scatoline”, cioè le auto, che – commenta in diretta il centauro, convinto di essere in pista – “fosse per me, sulla Cisa dovrebbero essere proibite”. Decine di video, tutti visibili sul web, tutti alla luce del sole.