A Lisbona per  incontrare i giovani  di tutto il mondo

Intervista a don Maurizio Manganelli, direttore del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile

Dal 1° al 6 agosto si svolgerà a Lisbona la 38° Giornata Mondiale della Gioventù, quando centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo si incontreranno, convocati dal Santo Padre, per vivere una esperienza di fede e di amicizia.
È di alcuni giorni fa l’intervista sul quotidiano “Avvenire” al vescovo ausiliare di Lisbona, mons. Americo Aguiar, presidente della Fondazione JMJ Lisboa 2023 che non ha usato mezzi termini per parlare dell’esperienza che tra poco inizierà in Portogallo. “Sarà un vero spartiacque tra un prima e un dopo. Vorremmo che grazie all’esperienza dell’incontro, del re-incontro, tra giovani di tutto il mondo, la GMG segnasse l’inizio di un tempo nuovo dopo l’isolamento a causa del Covid, la guerra nel cuore dell’Europa e la crisi che ne è seguita”.
Grandi dunque sono i preparativi per accogliere i pellegrini che dai cinque continenti convergeranno nella città lusitana. Infatti a meno di due mesi dall’inizio della GMG, sono circa 600mila il numero delle iscrizioni arrivate al Comitato organizzatore, mentre 60 saranno i partecipanti dalla diocesi apuana, guidati dal vescovo Mario e coordinati da don Maurizio Manganelli, direttore del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile, cui abbiamo chiesto alcune informazioni.

Don Maurizio, come la GMG può essere una occasione di incontro tra i giovani provenienti da diverse parti del mondo?
“Il nostro gruppo è ormai definito, andremo in pullman accompagnati da f. Mario, elemento non di poco conto: sarà bello per i ragazzi incontrare il vescovo in una esperienza come questa, anche per stabilire dei rapporti più forti e stretti e condividere più da vicino l’esperienza della fede. Tra l’altro per quasi tutti i partecipanti è la prima volta di una GMG. Inoltre l’ultimo appuntamento mondiale è stato quello di Panama nel 2019, un evento ‘difficile’ sia per la distanza e per i costi che aveva: i partecipanti infatti erano quattro. Per cui per molti di loro sarà una prima esperienza nella loro vita di un grande raduno mondiale, soprattutto a motivo del Covid. Sarà una esperienza dove avranno la possibilità di incontrare i loro coetanei provenienti da tutto il mondo, in un momento storico caratterizzato dalle divisioni e dai numerosi conflitti che imperversano. Con questo incontrarsi i giovani sono chiamati a dare una testimonianza agli adulti, perché la fede valica i confini ed è bello e possibile stare insieme, tenendo fuori la logica della guerra dalle relazioni”.

Gruppo di giovani alla Giornata Mondiale che si è svolta a Varsavia nel 2016

Dopo il primo incontro che i partecipanti hanno vissuto lo scorso 30 aprile a Pontremoli nel corso della veglia per le vocazioni, come sta proseguendo il cammino di preparazione?
“Ci vedremo coi partecipanti nel mese di giugno per proseguire la preparazione per entrare nell’ottica di una esperienza non solo di viaggio ma dove sottolineare la dimensione spirituale del pellegrinaggio, che poi sarà predominante una volta giunti a Lisbona. Al momento il Comitato nazionale sta organizzando il nostro alloggio e la nostra presenza alla GMG, per cui appena ci saranno informazioni più sicure ne daremo comunicazione. Non andremo in Portogallo per fare i turisti, ma saremo accolti come ospiti in case e strutture, per cui l’assetto organizzativo dipende anche da questo”.

Don Maurizio è diventato sacerdote nel 2012: quanto la GMG ha caratterizzato la tua esperienza personale?
“Devo dire che il cammino delle GMG ha scandito le tappe del mio percorso personale: nel 2005 ho partecipato a Colonia, poi Sydney nel 2008 come seminarista, Madrid nel 2011, Cracovia nel 2016 da sacerdote e infine Panama tre anni fa. Senza dubbio oggi i giovani hanno meno consapevolezza di cosa sia e di cosa abbia rappresentato questo evento ecclesiale, lo dico per il mio trascorso dove la figura di Giovanni Paolo II è stata trascinante e carismatica per i giovani di tutto il mondo. A noi il compito di motivarli senza forme nostalgiche che non torneranno più, ma partendo dalla bella risposta che ci hanno dato, visto che 60 iscritti è un successo inaspettato”.

Chi sono i 60 giovani del gruppo diocesano?
“Sono le ragazze e i ragazzi delle nostre parrocchie che provengono da tutto il territorio della diocesi, sia dalla Costa che dalla Lunigiana. Oltre a me ci sarà anche don Stefano Lagomarsini, il diacono Alessio Bertocchi e i loro animatori, anch’essi giovani, un bel segno di impegno e testimonianza cristiana. Alla fine del mese di giugno, infine, ci sarà anche un ‘contest’: saranno i giovani a scegliere un logo diocesano che verrà stampato sulle magliette che li identificherà a Lisbona”.

(DF)