I diaconi: garanti della carità fraterna  e segno di prossimità

Domenica scorsa, in concattedrale a Pontremoli, l’ordinazione di tre nuovi diaconi permanenti: Alessandro Frugoni, Loris Pucci e Alcide Rossi

Il Vescovo fra’ Mario con i tre nuovi diaconi permanenti. Da sinistra: Loris Pucci, Alessandro Frugoni e Alcide Rossi (Foto A. Biancalani)

Furono gli apostoli stessi, come ricordato nella preghiera recitata dal vescovo dopo l’imposizione delle mani, a scegliere sette uomini – i primi diaconi – come collaboratori nel ministero, ai quali affidare “il servizio della carità”. Un mandato che si è poi ripetuto nei secoli e ancora una volta domenica scorsa, nella concattedrale di Pontremoli, con la celebrazione presieduta dal vescovo fra’ Mario, affiancato da mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra, e dal vicario generale, don Marino Navalesi.
Attorno ad essi tanti sacerdoti e diaconi permanenti provenienti da diverse zone della diocesi. Folta la presenza dei fedeli provenienti anche dalle zone di origine dei tre ordinandi.
Questa la cornice di un evento ecclesiale che non si verificava da tempo nella Chiesa apuana: l’ordinazione di tre diaconi permanenti – Alessandro Frugoni, Alcide Rossi e Loris Pucci – che è giunta dopo anni di servizio di accolitato in diocesi. Significativi i passaggi cruciali della celebrazione, animata dai canti eseguiti dalla Corale S. Cecilia. Prima la presentazione e l’elezione, con la chiamata dei singoli candidati; poi, dopo l’omelia, l’accettazione degli impegni legati al nuovo stato; le litanie dei santi, con i tre prostrati di fronte all’altare; infine, l’imposizione delle mani da parte del vescovo per l’atto di consacrazione.
La vestizione degli abiti, la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace con il vescovo e con i diaconi presenti hanno concluso la cerimonia sacramentale.
All’omelia, il vescovo fra’ Mario ha ricordato il contesto liturgico della domenica dell’Ascensione che è “direttamente connessa con la Risurrezione” e con “la Pentecoste, che celebreremo domenica prossima”. In tal modo, “il Logos, il Figlio di Dio, si è fatto carne e, completata la sua missione nella storia degli uomini, è divenuto sacerdote eterno”.
Al di là dei nostri dubbi e fatiche nel credere, resta la certezza delle parole di Gesù: ‘Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato’. Questo è il mandato missionario e, per venire in nostro aiuto in questo compito non facile, “Gesù promette di essere con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Nello stesso tempo, stimola i discepoli “a non fare troppe disquisizioni sui tempi della storia della salvezza e a non continuare a guardare il cielo; riorientando il loro sguardo sulla terra, li richiama alla loro missione”.

Il Vescovo impone le mani al nuovo diacono

Venendo, poi, alla celebrazione in atto, mons. Vaccari ha ricordato ad Alessandro, Alcide e Loris l’impegno ad essere “attraverso l’esempio della loro vita, generosa e casta, un richiamo costante al Vangelo… immagine del Figlio Gesù Cristo, che non venne per essere servito ma per servire”.
“Il diacono, ha continuato fra’ Mario, è custode del servizio nella Chiesa: il servizio alla Parola, il servizio all’altare, il servizio ai poveri; la sua missione consiste nel ricordare a tutti noi che la fede […] possiede un’essenziale dimensione di salvezza: il servizio a Dio e ai fratelli”.
Questi servizi “si compenetrano a vicenda: non c’è liturgia che non si apra al servizio dei poveri, non c’è servizio dei poveri che non conduca alla liturgia”. Il vescovo Mario ha poi sottolineato che “la scelta della diocesi di organizzare più parrocchie in unità pastorali deve essere vissuta come un kairos, una opportunità per ripensare tutta la ministerialità della Chiesa”.
Per le comunità sparse sul territorio “in cui saranno inviati, i diaconi saranno un segno sacramentale di una Chiesa che è ancora capace di prossimità… Penso a tanti paesi della Lunigiana ma anche sui monti di Massa e di Carrara”. “I diaconi, ha spiegato, sono formati per essere samaritani, profeti e anche pastori […] Il loro servizio ha come prima ragione la carità […] Non dovrebbe esserci situazione di bisogno che non interpelli il ministero del diacono”. Essi sono “garanti della carità fraterna, che è il terreno di coltura della fede e della speranza”.
La gioia per una giornata così significativa per la nostra Chiesa ha trovato manifestazione, al termine della celebrazione liturgica, anche in un momento di condivisione organizzato in Vescovado, con cibi e bevande a disposizione dei tanti partecipanti, dalle parrocchie di provenienza dei tre diaconi ordinati.

Antonio Ricci