Alla fine qualcosa si è mosso nel calcio locale e forse non è ancora finita

La promozione della Villafranchese in Seconda non è certo gran cosa, ma quanto basta per pensare in positivo. Anche tenendo conto, nella fase finale, del riscatto della Pontremolese e del Mulazzo le cui prospettive di crescita sono ancora chiaramente in divenire. Il quadro generale del settore, quindi, non chiude forse in positivo, ma tutto lascia credere che da qui si possa ripartire per ottenere di meglio nel breve.

La festa dei giocatori e dei supporter della Villafranchese per la promozione in Seconda Categoria
La festa dei giocatori e dei supporter della Villafranchese
per la promozione in Seconda Categoria

è calato il sipario sulla vicenda del calcio nostrano e, per una volta, andiamo alle riflessioni finali senza quel gusto di amaro in bocca che ha caratterizzato le ultime stagioni. Qualcuno dirà che siamo di bocca buona e che, in pratica, abbiamo raccolto solo il minimo indispensabile e, di contro, il panorama perde una delle sue protagoniste più accreditate riducendo ulteriormente il parterre della nostra partecipazione. Tutto vero, senza dubbio, tanto vero però che ci riporta ad un vezzo tutto lunigianese per il quale, quando occorra, conviene accontentarsi piuttosto che continuare a piangersi addosso come siamo soliti fare. Certo, i motivi per farlo ci sarebbero tutti, ma, questa volta almeno, vorremo evitarlo e concederci riflessioni che permettano di guardare al futuro con un po’ ottimismo. Intanto, la promozione della Villafranchese, a lungo solo sperata e nei numeri inattesa e venuta quando tutto avrebbe fatto pensare il contrario, per dirci che il nostro calcio recupera ad un livello discreto una delle sue protagoniste storiche dalla quale attendersi il dovuto per riscrivere pagine che rimettano in discussione una tradizione e una passione che meritano di ritrovare la giusta collocazione nel panorama nostrano. Quanto al resto, partendo dall’alto, non possiamo negarci che anche la Pontremolese è stata alla fine una bella sorpresa. Tenendo presente, infatti, quanto successo nella fase di avvio del torneo di Promozione e soprattutto la necessità per la Società di assorbire quanto appena accaduto, diventava difficile sperare che gli azzurri potessero assumere un ruolo da protagonisti anche solo per quella fase di riparazione che in fondo ha un suo valore. Invece, tutto è andata per il verso giusto anche nell’esito dell’evento finale perché illudersi che potesse andare meglio sarebbe stato davvero pretestuoso, al punto che ha avuto un significato davvero eccitante anche il solo avere battuto il Real Cerreto, anche se a quel punto tutto poteva essere possibile. Insomma, pensiamo che il risultato ottenuto sia gratificante e si faccia presupposto per impostare la prossima stagione nella quale, assestate le problematiche morali, potrà essere anche naturale fare progetti importanti che permettano di guardare più lontano per recuperare quel ruolo che non è solo gratificante per il calcio pontremolese, ma diventa riferimento per tutto il settore a livello territoriale.

Festa dei tifosi e dei calciatori del Mulazzo dopo la vittoria con il Livorno 9
Festa dei tifosi e dei calciatori del Mulazzo dopo la vittoria con il Livorno 9

Se di rammarico si può parlare riguarda la stagione del Serricciolo, da anni un punto fermo in Prima categoria e squadra capace di costruire adeguate illusioni, anche se puntualmente disilluse forse per troppi motivi, da un paio di stagioni, invece, rassegnata alla sofferenza, quest’anno rintuzzata con risultati altalenanti, ma tali da garantire almeno numeri salvezza indiscutibili. Pretendere un ritorno a quanto eravamo abituati e solo chiedere quello che tutti attendono. In Seconda, ovviamente aperto il discorso Mulazzo, anche se legato a variabili imponderabili al momento, per il resto le solite illusioni regolarmente riproposte: dalla Fivizzanese, mai come quest’anno in sofferenza, ma con picchi di qualità che lasciano solo rimpianti; al Monzone cui compete solo di stendere un velo pietoso su quanto accaduto troppo a lungo, ma riscattato con un finale davvero eccellente; alla Filattierese che, sulla carta sembrava volersi proporre senza effettive velleità di crescita, ma che col passare delle giornate era sembrata in grado di potere assumere quel ruolo che nessuno si aspettava e per questo ancora più entusiasmante. Peccato il finale, reso meno triste dai numeri, ma che delude per quello che ha fatto soffrire ad una tifoseria mai doma e sempre nella necessità di credere alle possibilità dei suoi beniamini. Nessun commento, invece, sull’Atl. Podenzana, la cui rinuncia è stata un colpo ulteriore alla nostra evidente pochezza generale, detto ovviamente in termini di numeri, a dire come anche il passato venga ad avere ben poco valore laddove non sussistano i presupposti concreti per dare un senso ad una passione, sicuramente intatta, ma difficile dal coltivare nei modi dovuti. Ci fermiamo qui, per ora, anche per evidenziare che in sostanza abbiamo parlato in pratica solo di otto società, di cui una in liquidazione palese, come dire, guardandoci indietro, di qualcosa di ben poco significativo rispetto alla dimensione che il nostro calcio aveva saputo assumere in altri tempi sul nostro territorio. Davvero un’inezia che, tra l’altro, difficilmente riesce a proporsi con quei numeri che darebbero un senso concreto all’impegno che viene profuso globalmente per tenere desta la passione. Ma, questo è un altro discorso sul quale ci dovremo soffermare partendo dalla considerazione che la questione, a quanto si dice, non è solo un problema lunigianese, ma che coinvolge anche territori simili al nostro, a dire che la riflessione non deve partire dai contesti, ma da chi il settore gestisce in modi che abbiamo sempre ritenuto sindacabili e che, nel tempo, non è mai stato in grado di proporre soluzioni di un qualche interesse. Forse è da qui che dovremmo partire, speranzosi però di avere un interlocutore che non c’è mai stato!

(Luciano Bertocchi)