Gesù risorto sia la nostra forza!

Gli auguri del Vescovo

Alvise Vivarini, Resurrezione di Gesù Cristo (1498). Venezia, chiesa di San Giovanni in Bragora

La Pasqua cristiana, la Pasqua del Signore nostro Gesù Cristo non ci narra una storia a lieto fine, una happy ending story. Passione, morte e Risurrezione di Gesù non possono essere separate. Gesù siede alla destra del Padre ma con il suo corpo glorioso che porta i segni della passione. Gesù Figlio di Dio e Figlio dell’uomo entra nel buio oscuro del rifiuto, della non accettazione, del peccato, della violenza degli uomini.
Ci entra con infinito dolore, gronda sangue, si sente abbondonato dal Padre ma continua a confidare in lui e non scende dalla croce ma vi rimane fino in fondo. Il Vangelo di Giovanni ci presenta l’innalzamento sulla croce di Gesù come un trono regale da cui Gesù, il Re dei Giudei, regna… “dux vitae mortuus regnat vivus” (il Signore della vita morto regna vivo).
I Giudei cercavano segni per dire che quell’uomo era il Messia, i Greci cercavano sapienza, “…noi invece – dice san Paolo ai Corinti – annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”.
Ma come accogliere questa Sapienza, questa forza che Gesù manifesta attraverso gli eventi della sua passione, morte e risurrezione?
La Liturgia ci prepara a viverla attraverso un percorso di 40 giorni dove tentiamo di purificare i nostri cuori attraverso la preghiera, il digiuno, l’elemosina. Alla fine del nostro cammino di Quaresima, spesso finiamo per ritrovarci carichi di pesanti fardelli di mancanze e infedeltà che non riusciamo a smuovere così facilmente.
Tutti i nostri propositi sembrano non avere fatto breccia nel nostro stile di vita. Sperimentiamo il nostro carattere duro a modificarsi. E che dire delle relazioni di cui la nostra vita si nutre, in famiglia, sul lavoro, nei gruppi sportivi o di amici: “se dunque presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna ad offrire il dono…” (Mt5, 23-24).
Versetti che richiamano l’intero discorso della montagna di Gesù: quanta distanza della nostra vita dalla radicalità richiesta da questo Figlio che ha voluto mostraci l’Amore del Padre.
Ogni giorno del tempo di Quaresima, a chi ha voluto aprire l’orecchio alla Parola di Dio, una spada a due tagli è scesa nel suo cuore per farci conoscere cosa abbiamo dentro: “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”. (Eb 4,12).
La colletta (i.e. la preghiera) prima della Liturgia della Parola della Messa delle Palme con cui inizia la settimana santa ci aiuta a pregare nel modo giusto: “Oh Dio onnipotente ed eterno, […] fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione”.
Qual è questo ‘grande insegnamento della sua Passione’?
Gesù ha attraversato la sua passione e morte perché ha voluto condividere la condizione dell’uomo nella sua oscurità fino al limite del peccato ma provando tutte le conseguenze della lontananza da Dio. Gesù è entrato nel nostro dolore, nelle nostre sofferenze, nei nostri abbandoni e incertezze, nei nostri mostri interni. Ha accolto le nostre distanze e ci ha mostrato la Misericordia di Dio… per essere davvero un ‘Dio con noi’ e mostrarci cosa vuol dire amare davvero e fino a che punto arriva l’Amore di Dio. In questo modo Gesù ci ha riconciliati tra di noi e con Dio e il suo spirito di Amore, quel legame tra il Padre e il Figlio, lo ha riversato nei nostri cuori.
L’augurio di Pasqua, perciò, contiene la gioia di chi ha sperimentato che il dolore, il rifiuto, la morte non hanno l’ultima parola. Ben ancorati alla realtà che la vita ci presenta ogni giorno, sappiamo, guardando il Crocifisso Risorto, che anche noi con lui possiamo attraversarla con speranza certa… e con gioia vera.
La Gioia del Signore Risorto sia la nostra forza!
Auguri di Buona Pasqua!

 

Fra’ Mario Vaccari