A Pontremoli un doppio incontro per onorare la persona e l’opera del beato, a trent’anni dal suo assassinio

Il Liceo Classico Vescovile col patrocinio del Comune di Pontremoli ha organizzato una bella iniziativa per ricordare il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo Pino Puglisi, un martire contemporaneo, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, fatto beato da papa Francesco il 25 maggio 2013. Giuseppe Martinez, amico e testimone di vita di padre Puglisi ha passato venerdì e sabato scorso a contatto con studenti, istituzioni e cittadini di Pontremoli su invito del Liceo Vescovile.
Ha visitato le ospiti dell’Istituto Minorile di Pena, ha parlato molto con gli studenti e nel pomeriggio di sabato 18 marzo, salutato dal sindaco Jacopo Ferri, ha fatto commossa testimonianza della figura di don Puglisi e della lotta contro la criminale organizzazione “Cosa nostra”, la mafia siciliana.
A cosa serve parlare di mafia? Risponde padre Puglisi: A questo può servire parlare di mafia, parlarne spesso, in modo capillare, a scuola: è una battaglia contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi.
Il suo coraggio è stata la scelta di parlare, da uomo libero, senza protezione dello Stato, ha denunciato con nomi e cognomi i Graviano padroni mafiosi del quartiere per sottrarlo alle loro sgrinfie, vocabolo popolare che rende bene il soffocamento provocato da chi rovina la sua vita uccidendo e rubando. L’impegno di ribellarsi a tanta schiavitù nasce in persone singole e in famiglie che vogliono integrarsi e dare coerenza alla loro adesione alla fede cristiana.

Nasce il Comitato Intercondominiale creato da Giuseppe Martinez insieme a Mario Romano con propositi di lotta alla mafia, che si concretizza in varie iniziative, come far giocare i bimbi in luoghi sani e chiede al Comune di liberare il quartiere da canaletti dove scorrono acque nere costruendo una fognatura. Ma anche qui la situazione è quella abbastanza diffusa di collusione tra amministrazioni e famiglie mafiose, che procurando voti aiutano la carriera di alcuni politici locali e nazionali ricevendo in cambio favori per realizzare quel che conta per la mafia, i soldi. La fognatura, dopo un esposto alla Pretura, viene realizzata perché vengono coinvolti i parrocchiani e il Centro Padre Nostro creato da don Puglisi.
Altra opera di valenza sociale è la ristrutturazione di una casa col lavoro generoso di gente della parrocchia e diventa un centro di accoglienza di bimbi tolti alla strada e ai furti, di chi trova il coraggio di sfuggire ai Graviano. Il sistema di collaborazione tra cittadini e il loro parroco è efficace, credibile, ne è prova che disturba a tal punto i mafiosi che vigliaccamente mandano i propri “soldati” davanti alla porta di casa di don Puglisi e lo ammazzano il 15 settembre 1993 giorno del suo compleanno. “Me l’aspettavo” disse davanti ai suoi assassini.
Moriva un uomo di Dio, in preghiera, innamorato del creato, molto attento alla formazione dei ragazzi, ha dato valore all’amicizia; ha lavorato per rendere concreto il Vangelo. Un uomo vero come sacerdote e come cittadino, è stato delineato con commozione agli studenti del Liceo Vescovile, che hanno posto domande meditate e di sostanza.
Martinez ha raccomandato di essere sempre vigili perché la criminalità organizzata agisce sotto traccia e fa moltissimi soldi trafficando con droghe, armi, subappalti, smaltimento rifiuti, in Italia e all’estero. Con coraggio tutti siamo chiamati al senso della legalità, con gesti che sono importanti, anche se piccoli: sono il rispetto di regole quotidiane, ad esempio: non gettare rifiuti per terra o in acqua, non farsi tentare da opportunismo o indifferenza; se assistiamo ad atti di bullismo o altre malcreanze bisogna intervenire.
Essere cristiani vuol dire anche interessarsi alla buona politica, tenere acceso nei giovani quel fuoco della legalità che ci dà la Costituzione di cui noi adulti spesso non abbiamo dato buona testimonianza. Cittadini, non sudditi: difendere i diritti e la dignità propria e degli altri, dialogare con chi ha idee diverse non è essere eroi: don Pino Puglisi non è un eroe, è un uomo coerente.
Un fascicolo per capire che cos’è la mafia
Gli studenti del Liceo Vescovile di Pontremoli si sono preparati all’incontro e hanno prodotto in proprio a costo zero un simpatico depliant di otto pagine che raccoglie coi loro nomi notizie essenziali su mafia: cos’è, quando nasce e qual è il suo significato; note biografiche di don Puglisi e di Giuseppe Martinez, un padre di famiglia impegnato a ricordare l’amico con iniziative in tutta Italia.
Una notizia poco nota dice la nascita della mafia nel primo Ottocento: ci sono marinai inglesi malati di scorbuto per mancanza di vitamina C, alcuni “bulli” di campagna, gelosi dei loro terapeutici limoni, ne distrussero le piante obbligando i contadini a pagare il “pizzo” per proteggere le loro piante. In aggiunta un quiz pensato per valutare la propria quota di legalità, un cruciverba a tema e indicazioni bibliografiche e sapienti citazioni. “Anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo”.
Maria Luisa Simoncelli