Un’importante collettiva a Firenze
Proseguendo nella tradizione ormai consolidata di valorizzare i più importanti esponenti dell’Accademia delle Arti del Disegno, è stata allestita, presso la Sala delle Esposizioni dell’importante istituto fiorentino, una collettiva di scultura che propone le opere di ben 25 accademici, come dire quanto di meglio ha animato la proposta didattica ed artistica dell’Accademia negli ultimi decenni.
Tra questi il nostro concittadino Luciano Preti che, dopo la brillante carriera di docente presso le Accademie di Carrara, Sassari e Torino, ha concluso l’esperienza didattica proprio a Firenze, dove, nel 2021, viene nominato Accademico Ordinario della Classe di Scultura dell’Accademia delle Arti del Disegno.
Agli Accademici Ordinari è appunto dedicata la collettiva e in essa Preti propone una delle sue opere più significative, la Stele Arca – Custodi Antichi, del 2001, momento centrale di un percorso artistico ed interiore che ne ha caratterizzato la produzione nella fase matura della sua esperienza.
L’opera, infatti, attraverso l’utilizzo di materiali in uso da secoli nelle culture mediterranee, si propone ad una riflessione introspettiva dell’eredita storica del territorio lunigianese recuperando, nelle manifestazioni arcaiche delle antiche popolazioni locali, gli stimoli per rinnovare presenze mai veramente distanti dal nostro patrimonio tradizionale più significativo.
Così, legno, alluminio, bronzo, ferro e piombo diventano il tramite per proseguire un percorso che non può e non vuole disgiungersi da quanto ereditato dal passato per ricercarne i significati più veri, ma soprattutto, ed in piena coscienza, quel senso di appartenenza che, nel concreto, rende ognuno di noi parte integrante di una storia che non intende affatto concludersi, ma vuole guardare indietro fiduciosa che quanto espresso dai nostri antenati possa trovare una sempre più significativa attualità, nella consapevolezza di essere custodi di un patrimonio che ci nobilita e ci rende praticamente irripetibili nelle manifestazioni più spontanee.
Allora, il lungo bordone, arricchito da presenze comunque insinuanti dei loro valori più veri, diventa come un punto appoggio al quale fare riferimento per dare un senso al nostro percorso di vita.
La vernice della collettiva fiorentina, che ha richiamato un pubblico davvero delle grandi occasioni, ha trovato proprio nell’opera di Luciano Preti uno dei momenti di maggiore richiamo perché in grado di proporre, con assoluta originalità, un confronto diverso con il mondo della scultura contemporanea, sempre ricca di interrogativi intriganti, ma raramente, come nel caso dell’opera di Preti, capace di provocare riflessioni profonde riguardo al rapporto tra passato e presente.
(lb)