In tanti alla Marcia Interreligiosa della Pace

Si è svolta domenica 5 febbraio a Marina di Carrara

 
“Tante guerre, una pace globale” era il titolo della Marcia Interreligiosa della Pace di domenica 5 febbraio terminata in piazza Menconi a Marina di Carrara con la partecipazione di circa 250 persone. Promossa dall’Azione Cattolica diocesana con le comunità musulmana, evangelica metodista e ortodossa presenti nella nostra provincia, la Marcia ha visto la partecipazione di partner, come l’Accademia Apuana della Pace, Casa Betania, Caritas, Migrantes, Scout Agesci e Centro Giovanile di Carrara. La Marcia si svolge dal 2015, mentre il titolo di quest’anno invitava a riflettere sulla presenza di numerosi e molteplici conflitti presenti attualmente nel mondo, non solo quelli più vicini o più conosciuti, bensì tutte le guerre, rivolgendo il pensiero a tutte quelle persone che le vivono sulla loro pelle e non hanno la possibilità di dar voce alla loro sofferenza.
L’edizione 2023 della Marcia Interreligiosa purtroppo si è svolta a pochi giorni dal primo anno di guerra in quella terra devastata che è l’Ucraina, per denunciare le sofferenze di quelle popolazioni, nella condanna di tutte le guerre come un oltraggio all’umanità. All’inizio della Marcia infatti i partecipanti, sono stati invitati ad individuare i 35 conflitti presenti sulla faccia della Terra per manifestare il loro “no” alla guerra e ad esprimere il loro “sì” per una pace giusta e duratura. 
Il presidente diocesano dell’Azione Cattolica, “capofila” nel promuovere l’iniziativa, Marco Leorin, all’inizio della Marcia ha aperto il suo discorso sottolineando come la presenza di tanti esprime l’impegno per una ricerca della pace che parta dal quotidiano, all’insegna dell’educazione, la non violenza e il dialogo. “Siamo consapevoli che non possiamo farlo da soli – ha detto il presidente dell’Ac – per cui da molti anni ormai abbiamo chiesto alle comunità religiose della nostra provincia, quindi oltre a quella cattolica anche alle comunità evangelica metodista, ortodossa e musulmana, di prenderci per mano e gridare a tutti che rifiutiamo la guerra e la violenza, che vogliamo la pace”.  
Il corteo che si è snodato tra le strade di Marina di Carrara è stato caratterizzato da slogan, bandiere e canti all’insegna della pace, coinvolgendo i passanti in questa festa di colori e suoni. 
Le religioni quindi in prima file per dire “no” alle tante guerre diffuse nel pianeta: per la chiesa metodista valdese era presente Giulia Severi, per la chiesa ortodossa romena, Padre Armand Bratu, mentre per la comunità musulmana Dickra Chaouki. 
Per la Chiesa cattolica don Leonardo Biancalani, vicario foraneo per la zona di Carrara ha evidenziato come sia assurdo scatenare le guerre in nome di Dio, che desidera solo il bene e la pace per la famiglia umana. 
Don Piero Albanesi assistente generale dell’Azione Cattolica e vicario episcopale per le entità territoriali, ha sottolineato come ciascuno di noi sia invitato nel suo piccolo a non stancarsi mai di essere portatore di pace, perché per i cristiani la pace ha due pilastri nel cuore: amicizia e servizio, che nei santi si sposano. «Il rapporto di amicizia – ha detto don Piero – ci spinge al servizio dell’altro, a mettersi a disposizione dell’altro, e questo è l’antidoto a dinamiche basate sul potere che conducono a mantenere il proprio punto di vista, il proprio stato, finendo per considerare l’altro come un nemico».
Assieme alle altre confessioni cristiane, agli amici musulmani e a tutte le persone non credenti che hanno partecipato, è stato importante ribadire che la pace è un bene di tutti ed è l’unica strada percorribile per costruire un futuro di giustizia e solidarietà. Il cammino verso la pace è un percorso che necessariamente deve partire “dal basso” e dalla gente e l’iniziativa della Marcia interreligiosa va in questo senso. Soltanto un impegno per la pace che viva di scelte quotidiane porta a risultati significativi: è importante quindi non solo manifestare occasionalmente il nostro “no” totale alla guerra e alla violenza, ma coltivare atteggiamenti di solidarietà e di dialogo con le persone che ci stanno accanto. Viene in mente quello che papa Francesco ha fatto recentemente nel suo viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, come instancabile pellegrino di pace e di riconciliazione, in una terra martoriata dalla guerra e dalle violenze.                  
(df)