
Con varie iniziative, tra cui la presentazione del libro di Andrea Draghi “Soldati Apuani e Lunigianesi sul Don”
Il Comune di Fivizzano ha sempre dedicato alla memoria grande attenzione e molte celebrazioni commemorative, a partire da quelle degli eccidi che hanno tragicamente colpito la sua popolazione. Sono stati spesso gli studenti delle locali scuole i destinatari, ma anche i protagonisti della ricostruzione dei fatti che nel tempo hanno segnato la sua storia, come ogni anno è avvenuto, ad esempio, nella “Settimana della memoria”, presenti alte personalità del mondo della cultura, della storia, della giustizia, della politica. Ma è cronaca degli ultimi giorni l’intensificarsi del recupero di spezzoni del passato altrimenti destinati all’oblio. Chi avrebbe conosciuto i nomi, ben 87, dei caduti fivizzanesi nella campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale, se, per volontà del sindaco Gianluigi Giannetti, della Giunta Comunale e dell’Associazione Nazionale Alpini di Filattiera e di Fivizzano, non fosse stato presentato, nel Museo degli Agostiniani, il 28 gennaio, il libro di Andrea Draghi “Soldati Apuani e Lunigianesi sul Don”? Le scuole dovrebbero farne buon uso. La presentazione del libro è stata accompagnata da interventi che hanno generato emozione e commozione nel numeroso pubblico presente, a partire da quello del generale Armando Novelli, che ha ricostruito con precisa documentazione le vicende belliche in terra di Russia delle truppe italiane, fino alla battaglia di Nikolajewka e alla successiva ritirata, iniziata il 31 gennaio 1943, che costò inumane sofferenze e migliaia di morti ai valorosi soldati italiani, ma che conobbe momenti di solidarietà verso loro da parte della popolazione russa. Col groppo in gola, poi, sono state ascoltate la lettura della missiva ai famigliari del 27 settembre 1942 dell’alpino Guglielmo di Filattiera, letta, alla presenza della nipote, da Piergiorgio Belloni, e la narrazione dell’assessora Giovanna Gia del contenuto di uno scritto di suo nonno. Quanta umanità, quanta voglia di vivere, quanto desiderio di affetti in quelle lettere, un vero e proprio ripudio della guerra, quasi un appello non dichiarato alla pace, che si può costruire anche con piccoli gesti quotidiani, quali possono essere, come ha sottolineato nel suo intervento Annalisa Folloni, sindaca di Filattiera, i comportamenti di sincera accoglienza verso i migranti, un gruppo dei quali è sbarcato nei giorni scorsi a Carrara. La manifestazione, aperta dal discorso del sindaco, coordinata da Piergiorgio Belloni, ha visto anche gli interventi dell’assessora Francesca Nobili, di Roberto Oligeri e, ovviamente, dell’autore del libro, e si è conclusa con la lettura della preghiera dell’Alpino da parte dello stesso Belloni. Mi piace dire che il nome “Don”, presente nel titolo del libro di Andrea Draghi, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, alla frequenza del Ginnasio a Pontremoli, e ricordare il titolo di un libro dove compare lo stesso nome, “Dalle due torri al Don” di Valerio Bianchinotti, insegnante di Educazione Fisica, già sottotenente di complemento dei Bersaglieri. Si tratta di un diario, scritto “sul tamburo, tra la vita e la morte”, scrive nella prefazione Umberto Salvatores, Comandante del 6° Reggimento dei bersaglieri. Finito di stampare dalla Tipografia Artigianelli il 20 maggio 1961, “rievoca le vicende, giorno per giorno, particolarmente della campagna russa”, ed è corredato da molte fotografie.
Andreino Fabiani