Il 30 gennaio 1933 la Germania precipita nell’abisso del nazismo

Una teoria che avrebbe anche radici esoteriche. Il partito nazista attirò larghi strati della società, prese il potere e vi rimase fino al 9 maggio 1945: dodici anni di sterminio, di restrizione della libertà personale e di opinione

Potsdam, 1933: il neo cancellerie tedesco Adolf Hitler con il presidente Paul v. Hindenburg

Nei primi decenni del secolo XX in Europa si affermarono tre governi totalitari, a partito unico, propriamente tre dittature: quella sovietica affermatasi con una rivoluzione violenta contro i sistemi dell’impero degli zar, quelle fascista e nazista arrivate a governare con legittimo incarico, in Italia conferito a Mussolini dal re Vittorio Emanuele III, in Germania ad Adolf Hitler da Paul von Hindenburg, presidente della democratica ma fragile e breve Repubblica di Weimar. Il nazismo viene alla luce come partito nuovo, nato lì per lì per la rinascita dell’economia tedesca massacrata dalle norme imposte dai vincitori, in una situazione con poco basamento teorico.
Ma ci sono storici che ritengono che il nazismo e Hitler abbiano una logica, una cultura che possono attingere ad antiche narrazioni, che nemmeno l’Illuminismo che venerò la razionalità fece sparire. Una ventina d’anni fa nella vecchia sala consiliare del Comune di Pontremoli tenne conferenza lo storico Giorgio Galli, validissimo politologo con cattedra all’Università di Milano per oltre 30 anni. Parlò del suo libro dal titolo sconcertante Hitler e il nazismo magico, di cui cerca le basi in aspetti esoterici e occultistici, in dottrine di presunto carattere segreto destinate a un ristretto cerchio di iniziati, che tornarono a circolare in modo abbastanza diffuso in ambienti sofisticati dalla metà dell’Ottocento. Il libro di Giorgio Galli ricostruisce le basi su cui si fondò il nazionalismo con penetrazione anche di una zavorra xenofoba che parlava di extraterrestri planati sulla nostra terra dando origine a cinque diversi tipi di razze. Il razzismo moderno, sgradevole neologismo e dottrina dello sterminio, contribuì a formare l’ideologia nazista e ancora oggi caratterizza movimenti di estrema destra.
L’opera che viene considerata l’inizio delle teorie naziste è Saggio sulla ineguaglianza delle razze umane di Joseph Arthur Gobineau edito nel 1853 in cui si teorizza la superiorità della razza ariana. Gruppi di conservatori, militari, divulgarono e dettero una fondazione teorica al razzismo , si radunarono in convegni e pubblicarono riviste, anche Hitler vi entrò, non era nemmeno il più dotato concettualmente né il più potente, ma divenne il leader sostenitore delle idee razziste perché fu scelto per la sua abilità istrionesca di parlare al pubblico, per una specie di forza attrattiva nel suo parlare alle folle; Hans Mann, figlio del “mago” Thomas, scrive che aveva come un effetto ipnotico di attrazione vedendolo dal vivo. Convinceva i tedeschi, pieni di rancore contro il trattamento punitivo imposto alla Germania con i “diktat” del Trattato di Versailles che chiudeva la grande guerra, insieme alla xenofobia antiebraica.
Nel 1923 le squadre d’assalto paramilitari tentarono un colpo di stato a Monaco che fallì e Hitler fu imprigionato, trovò in carcere il tempo per elaborare un programma di teoria e pratica politica, pubblicò “La mia battaglia” (Mein Kampf ) in cui afferma che si doveva senza discussione o dibattito esercitare una professione di fede politica e una certezza dogmatica. Cittadino poteva essere solo chi è di “sangue tedesco”, amico di stirpe. “Se venisse a mancare il sostentamento ai tedeschi, bisogna espellere e impedire l’ingresso a ogni estraneo alla stirpe ariana”. Mescolare il sangue (meticciato) provoca la degenerazione delle razze.
Nel libro sta scritto che lo Stato nazionale deve mettere la razza al centro, deve conservarla pura, solo chi è sano è invitato a fare figli, deve usare le più moderne risorse mediche per impedire a chi è affetto da malattia o portatore di tare ereditarie di tramandare ad altri queste tare (sterilizzazione) e alla donna impone abbondanza di figli. Hitler con queste terribili proposte concepiva deliranti obiettivi di eliminare “i germi dell’odierna decadenza fisica e morale” e mirava a fare la guerra per colonizzare popoli e realizzare anche là abitanti di razza purissima, “sangue e terra” divenne la formula ricca di non facili significati.
Di razza straniera erano considerati i popoli non europei, di sangue affine quelli del nostro continente. Subito furono varate leggi a questi scopi. Le concezioni razziste sono dunque l’elemento centrale della dottrina nazista, che trovò nella cultura e nella società tedesca terreno adatto alla loro affermazione. Lutero, Lessing, Fichte prima, l’esaltazione nazionalistica di fine Ottocento, il disagio dopo la sconfitta e la catastrofe bellica diedero alimento al razzismo, il più vigoroso quello contro gli ebrei. Il partito nazista, dopo la grave crisi economica del 1929, attirò larghi strati di contadini e di operai, rigidamente organizzato prese il potere dal 30 gennaio 1933 al 9 maggio 1945: dodici anni di sterminio, di restrizione della libertà personale, di opinione. Ricordare per non ripetere!

Maria Luisa Simoncelli

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