Monzone: uno spettacolo sull’emigrazione

Il 22 e 23 dicembre a cura delle Officine Tok

Elisabetta Dini, protagonista dello spettacolo
Elisabetta Dini, protagonista dello spettacolo

Le emigrazione all’estero, insieme alle migrazioni interne, sono state, secondo i risultati di chi ha compiuto studi in proposito, il fattore che ha contribuito allo spopolamento dei paesi della Lunigiana. Molteplici sono state le cause, cattiva politica, disastro naturale, necessità economiche, che hanno determinato il flusso migratorio individuate dalle ricerche, ma su un aspetto tutte concordano, il desiderio del ritorno. Quando potevano i migranti tornavano, per trascorrere le vacanze, spesso definitivamente, in pensione. I loro figli e i loro nipoti sentono, oggi, il richiamo affettivo, o solo curiosità, per la terra dei loro padri e nonni, abbandonata, ma non scomparsa, almeno fino a quando se ne ricorda il nome? Sul tema ha costruito un evento teatrale Elisabetta Dini, che ne sarà anche l’interprete, con la collaborazione per luci, fonica e coreografie di Ines Cattabriga. “Vicks: sì proprio la pomata” è il titolo dello spettacolo che verrà rappresentato il 22, con replica il 23 dicembre, alle ore 21,15, a Monzone, che ha il privilegio di ospitare, grazie alle artiste delle Officine TOK, un progetto della Rete teatrale toscana, nato in collaborazione con Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli. “Le persone se ne vanno, le persone ritornano, le persone restano, le persone scappano. Una donna, sotto il flusso dei ricordi, decide di tornare dove è nata. Il treno, però, è in ritardo. Intorno a lei, alla stazione, c’è gente che aspetta. Nell’attesa si racconta, incurante del fatto se sia ascoltata o meno, ma una domanda la perseguita: “Cosa ritroverò quando tornerò, cosa spero di ritrovare?”. Su questa trama è costruito lo spettacolo, che sarà sicuramente divertente, come è nelle corde di Elisabetta Dini, ma anche stimolante per gli spunti di riflessione che offrirà sulla sorte dei paesi abbandonati, che si spera possano rifiorire, ora che la civiltà industriale si è accorta che sta saccheggiando e inquinando il mondo. Ciò che pareva superato potrebbe ridiventare attuale e negli abitanti prevalere lo spirito di sopravvivenza? Lo fanno sperare le numerose iniziative sociali, economiche, artistiche di molti giovani che operano nel Comune di Fivizzano, che dal 2002 è stato demograficamente in decrescita: i 9173 abitanti del 2001 sono calati a 7300 nel 2020 e ii primi 8 mesi di questo anno hanno fatto registrare oltre 200 decessi. Spettacolo, dunque, che combina arte recitativa e cultura, divertimento e riflessione. Per prenotazioni: 3405371090. Andreino Fabiani